“Ma tu cosa cazzo sai fare”?
Quando mi fece quella domanda avevo si e no 20 anni e non sapevo cosa rispondere. In fondo non sapevo fare nulla. Non sapevo nulla della vita, ma ero pieno di voglia di fare. Il problema è che mi nascondevo e la mia paura di “espormi” si vedeva lontano un miglio.
“So disegnare” dissi.
“E allora farai lo scenografo, datti da fare”. Si accese l’ennesima sigaretta e se ne andò via.
Mi sembrava uno “grande”, sicuro di sé. Forte, pronto alla risposta immediata. Difficile da abbindolare. Difficile da convincere su cose di cui non era convinto. Achille si presentava così, alto, statuario, affascinante, con il capello rosso e la carnagione chiara. Ma anche duro, motivato, risoluto, quasi militaresco. Poi andavi a fondo e scoprivi che dietro quella scorza dura c’era un pezzo di pane, una persona piena di dubbi e paure che la vita aveva messo di fronte a mille imprevisti e mille casini. Lui aveva scelto la strada del palco, della presenza scenica, dell’arte dell’animazione turistica (e quando dico arte dico “ARTE”).
Poteva apparire un po’ rozzo, un po’ troppo crudo. Poteva semprare cattivo e crudele, soprattutto quando si trovava davanti a delle “reclute” buone per il macello del lavoro di animatore. Quasi nessuno era alla sua altezza, pochi potevano sedere con lui al tavolo della vita per parlare di cose serie, di cose da “uomini”. Quando lo conobbi alla fine aveva solo 38 anni, e mi sembrava uno che la vita aveva torchiato duro. Il mestiere di giramondo e di animatore sembrava che lo avesse reso impenetrabile. E i suoi occhiali scuri erano sempre lì a ribadirlo.
Ma poi sul palco si trasformava. Un mostro di bravura. Un maestro per tutti. E la gente lo amava da impazzire, bambini compresi (che lui giustamente non “voleva in mezzo ai coglioni”).
Due altre volte mi fece domande a muso duro. Una alla 4 di mattina di una notte di Luglio, davanti a tutta l’equipe riunita.
“Se qualcuno ha intenzione di rompere i coglioni per quattro chiodi di merda che non sono arrivati da Torino è pregato di dirlo e di levarsi dai coglioni”
Il messaggio era per me e io ovviamente dissi “Io”, mi alzai e andai piangendo a farmi le valige. Ero stato licenziato.
Un anno dopo mi chiamò in ufficio e mi disse “Comunista del cazzo, hai voglia di fare qualcosa di serio o no?”. Ovviamente io dissi “sì” e senza sapere cosa aveva in mente mi misi in auto e approdai alla sua scrivania nel giro di pochi minuti. L’anno prima mi aveva licenziato l’anno dopo mi voleva come capo animatore.
Ho imparato tanto da lui. Forse posso dire di aver fatto il militare per due anni, ma alla fine di quel periodo potevo sedere con lui al tavolo della vita e farmi un “birrozzo” o bermi una “merda” fumandomi un pacchetto di sigarette, mentre lui nel frattempo ne fumava due, tossendo e imprecando.
Di Achille ce ne può essere uno al mondo. Io da quando l’ho conosciuto ho sempre fatto un confronto con lui, noi così diversi, così agli antipodi su tutti i fronti (politici, filosofici, morali, calcistici, …). Ho sempre pensato come sarei stato a 38 anni, la sua età quando lo conobbi, sperando in fondo di essere una persona come lui, sicuro, forte, un idolo per i giovani e un riferimento per gli altri adulti. Un leader nel suo campo, un grande organizzatore, un incredibile amico per tanta gente. Anche se il suo lato “nascosto” era però meno allegro. Achille era abbastanza solo, senza parenti, senza figli e difficile da inquadrare come un adulto “maturo” con prospettive di vita “normali”. Lui sapeva fare una cosa: l’animatore. E lo faceva sempre al meglio, con enorme maestria. Magari negli ultimi anni con meno energia, ma sempre con grandissima classe e professionalità.
Ma ora… Veniamo a noi.
Achille…Ora ho 38 anni e tu, stronzo, non ci sei più.
Non ci siamo visti per un sacco di tempo, da quando hai deciso di ritirarti nel tuo buen ritiro di Bordighera continuando di nascosto a fare l’animatore per te stesso, per i tuoi amici e per i clienti del tuo stabilimento balneare.
Che scherzo stupido Achille. Porca Merda. Che scherzo delle balle.
Anche se mi rendo conto che uno come te non poteva poi invecchiare molto, sarebbe stato un controsenso.
Lasci un vuoto mostruoso nella nostre vite, anche se ormai ci frequentavamo poco, anche se la vita, come capita sempre, aveva diviso le nostre strade.
Un bicchiere di troppo con te me lo sarei fatto ancora. Uno spettacolo improvvisato anche. Anche se ammetto che io l’energia che avevi tu alla mia età non posso che sognarmela. Per me la fonte della tua energia rimarrà sempre un mistero.
Domani c’è il tuo funerale. Noi, anche chi come me non potrà essere presente, sappiamo che ti divertirai un mondo. L’unico cruccio che avrai è che non potrai presentare l’evento. Non potrai salire per un’altra volta sul palco, con la camicia bianca, i capelli rossi sciolti e la voce roca dal marcato accento pinerolese. Prendila come viene, noi non possiamo comunque dimenticarti (e chi ci pensa?), quindi sarai con noi per sempre. Ora, non posso pensare che tu sia in Paradiso, questo no. Ti annoieresti a morte. Ti immagino in un posto meno noioso a organizzare la serata, alla tua maniera. Alla Achille.
Nel tempo della vita per come la vita ci concede di viverlo non possiamo fermare gli istanti. Possiamo raccontarli, come sto cercando di fare io ora, per rendere omaggio a un grande uomo, un grande artista, un amico che mi ha dato fiducia tante volte. E che ho sempre ricambiato con grandissima stima e affetto. Ciao Achy. Cercheremo di ridere un po’ di più, fumando una sigaretta e bevendo sempre una “merda” in una calda notte di Agosto pensando al tuo compleanno e al meraviglioso passato che fu.
(grazie)
Porca merda.
In ricordo dell’amico e maestro Achille Pontieri
23 commenti
…pensavo di aver esaurito le lacrime ma evidentemente sono proporzionali al personaggio!!!
“Achille è stato portato via”, un sms mi ha investito come un treno. Un senso di smarrimento mi accompagna da alcune ore. Ti porterò sempre nel cuore come il più caro amico. Il passaporto che portavi sempre in tasca stavolta non ti serve. Alla frontiera del paradiso ti fanno entrare di diritto. Ai 4 del tortuga dico” salutiamo Achille era il migliore di noi”
Nik… Non c’é dubbio. Achy si é portato via i nostri momenti più belli. Oppure no. Ci ha ricordato che quelli vivono sempre. Dobbiamo ricordarlo con un sorriso, perché lui avrebbe mandato tutti a cagare se ci fossimo rattristati.
Vedo che c’è anche l’ingegnere, e la cosa mi fa molto piacere.
Achille, probabilmente il mio più grande amico. Mi ricordo con gioia le cene a casa sua, proprio in compagnia dell’ingegnere e dell’avvocato.
Ci si facevamo due spaghi, rigorosamente del 5, carne cruda, un salamozzo e unna generosa fetta di gorgonzola. Se eramo in 4 in 3 od in 2, le proporzioni nerano quasi le stesse.
Aveva scoperto una barbera vivace, che adorava, La Monella, così il vino era quasi sempre lo stesso. Quello che cambiava era la marca della grappa, ma anche li eravamo piuttosto abitudinari.
la maggior parte delle volte , specialmente quando eravamo solo noi due, mandavamo allegramente affanculo il progetto iniziale di andare al cinema, od a bere una “merda” (come ha ricordato benissimo il gatto) dopo la cena. Ce ne rimanevamo li, a chiacchierare, oppure ad assistere ad un film di Salvatores, terminando la grappa. Quante volte ho dormito sul divano, perche di guidare in direzione a casa manco parlarne.
Lo incontrai la prima volta davanti ad una nota discoteca del pinerolese. Avevo 14 anni, una fiammante Fantic Caballero e la voglia matta di entrare.
Lui faceva la porta ed aveva 11 anni più di me. All’epoca una abisso.
Mi squadrò dalla testa ai piedi, e dopo aver ascoltato le promesse di comportarmi bene mi disse “Entra ma ti tengo d’occhio”
Pian piano siamo diventati amici. Poi l’ho perso di vista per un po’, per poi ritrovarlo ad un colloquio con la Zetà Bi. Bressan me lo presentò, e ci abbracciammo fraternamente.
La stagione ad Andora e storia epica. Il Duca di Pinamare, Pino Peter Pan, Cenerentola, ste stramedette sedie…
E sì, ho vissuto molto tempo della mia vita con lui, e non ho che ricordi belli. Probabilmente ce ne sono anche di brutti, ma non li ricordo.
Ciao Achille, stammi bene, vedi di non far casini e comportati bene, e continua a tenermi d’occhio.
Paolo
Achille mi ha trascinato in qualsiasi idea assurda gli fosse venuta in mente durante quell’estate incredibile, unica, immortale come lui.
Mi sono vestito da qualsiasi cosa, ho ballato, recitato, cantato in playback le peggio cose, travestito da donna, da trans, da peter pan da sorellastra e da pipistrello, una volta pure da Riccardo Cocciante con lui sul palco che mimava il testo di bella senz’anima, mi ha fatto fare il dj, rubare i giochi per i bambini dai parchi pubblici per poi riposarli al mattino, mi ha fatto infilare in canoe piene d’acqua con dentro una saponetta che mi si nascondeva ovunque e con la matrona di turno che ravanava per vincere un aperitivo o un portachiavi, insieme a lui ho presentato ogni tipo di spettacoli e corride, giochi in piazze e spiaggie, una volta pure un karaoke a Diano Marina in mezzo ad una folla assurda! Non posso dimenticare il giorno in cui gli annunciavo di aver inventato in spiaggia il lancio del bambino, che consisteva in due catene umane che partivano dalla spiaggia e terminavano appunto con un bambino che veniva lanciato in mare e mi piacerebbe descrivervi la sua faccia mentre gli illustravo il tutto rassicurandolo comunque che in mezzo al mare avevo posizionato due energumeni che si occupavano del recupero! Col barcaro potremmo raccontarvi aneddoti per ore, così come con Andy e Giovanna, che adesso lo sta salutando per noi.
Non dimenticatelo mai.
Scusate ho dimenticato le virgole, ho scritto tutto d’un fiato, così come uscivano le parole.
Achy,porca merda, adesso a chi appenderemo io e Filippo pesci al collo??’?
bel regalo del compleanno del cazzo mi hai fatto.
adios heroe y maestro de vida…
giamma
ma che scherzi del cazzo!!!!!!!!!!!come sempre del resto…..tutto un improvvisata!!!!!come entrare nelle stanze a notte fonda (magari l’unica dove riuscivi a dormire 5 minuti)con le secchiate d acqua,fare gli elicotteri,torturarci per notti intere per fare le prove…dio che bello!!!!una volta stavi assegnando le parti, e mi hai detto,ma finiscila nn puoi fare tu la bambina,emani sesso!!!!??????????nn sapevo se fosse un complimento o se mi stavi insultando,ma poi ho capito !!!!!! una volta per una cazzata mi hai detto che me l avresti fatta pagare ahahah e l ahi fatto….sul palco,facevamo i sette nani,ve lo ricordate?beh credo che il segno della sua mano sulla chiappa me lo sono portato avanti una settimana…..mi hai dato tanto,anche nei momenti bastardi,posso solo dirti grazie!Grazie Achi…..passo e chiudo porca merda!!!!!!!!1
Porca merda, giuda porco…. non ti ho più visto per 15 anni, e poi ti scopro
di nuovo in questo modo.Che anni alla Cicala, mi hai fatto fare la sorellastra in Cenerentola, il Joker in Bat Man, le cene a casa mia a parlare di tutto con un pollo e patatine quanti bei monenti, non sentirti e non vederti non ha voluto dire non ricordarti Ciao Achi
Lo so che non centra un tubo, ma mi sa che Achy è rieuscito ad aiuarmi anche sta volta. Cri, sei sei la Cri che dico io, e lo devi essere visto che mi ricordo perfettamente della leggerissima manata sul culetto che Biancaneve ti diede, contatami. Sono almeno 10 anni che ho voglia di risentirti.
Questo Post è diventato un ritrovo di vecchi amici… Mi sa che dobbiamo rimediare e andare a bere una birra a Ventimiglia dove riposa Achille.
Io organizzerei.
sarebbe stupendo Andy……bella ideona….ah cmq barcaro mi sà che mi ha confusa con qualcun altra…….ehehehe…..
Oggi sono quello che sono anche grazie ad Achille. Soprattutto grazie a lui.
Ho lavorato con lui due anni, sono stata la sua assistente a Torino, prima che si trasferisse definitivamente a Bordighera.
Unapersona schietta, rude, ma sincera. Una delle poche persone che ti inquadrava davvero con un’occhiata.
Sapevadi me molte più cose di quante ne volessi ammettere apertamente e non insisteva per avere la conferma. le sapeva e basta.
Ci siamo sfidati più volte e anche grazie a questo sono cresciuta.
Giuda porco!, Achi, solo così eh?
Giuda Porco.
Sono passati già tre giorni è ancora non mi sono ripreso. Però dopo aver letto i vostri “ricordi” su Achille ho pensato di scrivere qualcosa anch’io, oltre ad approfittarne per salutare Paolo, Andrea, Pino, e tutti gli altri.
Mi accorgo che “il rosso” (come l’ho chiamato in un monologo) per me ha rappresentato molto e pur avendo avuto la possibilità di condividere tantissimi momenti con lui (abbiamo anche vissuto insieme per un annetto) adesso mi sembrano terribilmente pochi.
Ironicamente gli buttavo addosso quella sua incredibile somiglianza nello stile di vita “alla Bukowski” e però mi rodeva quando -dopo una serata in cui beveva anche il doppio di quanto riuscissi ad ingurgitare io- al mattino era doppiamente lucido e capace di fare colloqui, mentre io non mi sentivo neanche in grado di rispondere al telefono.
Quando l’ho conosciuto mi diceva che avrebbe fatto la fine di Bukowski e che sarebbe schiattato da solo, poi non lo ha più detto e (anche se gli piaceva pensare di aver sempre la valigia pronta) ha lasciato un vuoto incolmabile nella sua famiglia perché, pur non pensando di esserne capace, alla fine era riuscito ad avere una bella famiglia e lui, forse, era un uomo realizzato più di tanti altri.
Ogni anno abbiamo fatto un nostro piccolo “fandango” (come ci piaceva chiamarlo) ricordando la prima sera in cui eravamo andati a vivere insieme ed avevamo solo il necessario per farci due spaghi (rigorosamente del 5 come ricordava Barcaro) e una videocassetta: Marrakech Express.
Abbiamo mangiato gli spaghi ogni anno e rivisto quel film tante di quelle volte che alla fine lo recitavamo noi perché sapevamo ogni battuta a memoria.
Qualche anno fa -dopo la “Monella”- mi disse che non beveva più né grappa, né superalcolici. Io ricordando i fiumi bevuti in passato (Paolo ricorderà il numero di bottiglie scolate nelle “maledette” finali della Juve), ci rimasi quasi male, ma come sempre le sue decisioni era difficile discuterle, mentre le nostre avrebbero scaturito qualche “porca merda” da parte sua, facendoci ovviamente cambiare idea.
Adesso ho quasi paura che, facendo zapping, mi possa imbattere nel film di Salvatores, soprattutto perché com’è scritto all’inizio del film: “non bastano tutti i cammelli del deserto per comprare un amico”.
Ciao Achille!
Pietro.
Ecco che, come ha detto Andrea, ci ritroviamo tutti.
E sì pietro, mi riordo il tuo monologo, tratto dal tuo libro che lessi non so quante volte.
Il Rosso era orgogliosissimo di quel monologo, anche se naturalmente faceva di tutto per non darlo a vedere.
Il vostro appartamento, che poi rimase a lui per un periodo di tempo, era sempricente un delirio. Fu l’inizio di un periodo stupendo, di quando Achi si trasferì a Torino.
“Mi sono rotto le balle di sto stramaledetto pulman”
Si riferiva al pulman della Sapav che fa linea regolare da pinerolo a Torino, che lo obbligava ad alzarsi ad orari antelucani.
Devo confessare una cosa: ho Marrakech Express, e quando ho saputo della sua dipartita l’ho messo nel lettore e me lo sono visto tutto.
Solo che ho visto un altro film.
Mi sono tornati in mente ricordi bellissimi. Pietro che stappa una bottiglia di vino, Achille che mescola il sugo, (lo faceva a freddo, poi do la ricetta) Nicola che comincia ad apparecchiare, Carlo che aiuta, ed io che li sto a guardare, facendo un emerito tubazzo ma attaccando la salciccia cruda ripreso da tutti.
Le finali della Juve, alla bocciofila, (chi l’aveva scoperta?), l’Eclisse, dove Pietro ordinava un “mio” e riceveva un “suo”.
Poi mi rivedo come Principe azzurro, mentro gli faccio la corte, in Cenerentola o Binacaneve, mentre gli passo una sigaretta e mi sento rispondere che devo finirla di fumare le Lucky per passare alle Marldoro, perche a lui le mie non piacciono molto.
Mi rivedo sull’autostrada, alla guida del “potente mezzo” con lui che mi spiega come sarà la stagione. Mi rivedo… Insomma, finisce il film, (che tra l’altro, pietro a pienamente ragione, conosco a memoria) ed io sto vedendo ancora una storia dellissima: un’amicizia sincera e schietta, come un bicchiere di vino buono.
Ora sono lontano, ma credo che voi che siete li, potreste andarlo a trovare, magari la notte del 4 agosto, in una cucina qualsiasi, facendovi due spaghi, un pezzo di salciccia cruda, una fettazza di gorgonzola, scolandovi una buona bottiglia , ed assistendo al Film. Sono sicuro che ne sarebbe felice.
Paolo
Spaghetti del Rosso.
Una latta di pelati
una grossa cipolla
aglio
basilico
olio d’oliva
un po’ d’origano
in un tegame versare l’olio, i pelati, la cipolla affettata grossolamente, ed il basilico.
accendere il gas, dolcissimo, e continuare a mescolare per un po’ e poi coprire.
Scaldare l’acqua per gli spaghi, che lo ripeto, devono essere del 5.
Quando bolle lessare gli spaghi al dente. Porca merda, ho detto al dente!
Mentre vi fumate una Marlboro (non ce ne frega niente se non fumate, mimate il gesto)fatevi un bicchierozzo di vino.
Una volta scolati gli spaghi incorpare il sugo.
formaggio a piacere, un filo di olio crudo e l’origano.
Tutto qui? Tutto qui una merda, questa è la ricetta per il sale della terra: L’AMICIZIA
Ciao Pietro, non sapevo che Marrakesh express fosse anche il suo film preferito, io credo di averlo visto qualche miliardo di volte, insieme agli altri di Salvatores, mi sarebbe piaciuto vedervi durante una di quelle serate.
Devo riguardarlo quel film.
Ciao a tutti amici di Achi… vi riporto quello che ho scritto la notte dopo aver appreso che il Biondo… era andato via!
Leggetela ascoltando questo pezzo che per me è diventato il pezzo con cui ci siamo salutati per l’ultima volta!!!
http://www.youtube.com/watch?v=mTa8U0Wa0q8
“Ciao Biondo”
Certe cose non te le spieghi.
Certe cose non te le aspetti.
Certe cose, no non te le puoi aspettare da un uomo così.
Lui che non aveva età.
Lui che era così forte e pieno di vita.
No da uno così non ti aspetti certe notizie.
Un uomo che che porta il nome di un guerriero secondo Voi può mai accasciarsi?
E invece poi le cose accadono così… così d’un tratto.
“Di dove sei? ” Gli chiesi curioso e Lui mi rispose:
” Io sono cittadino del mondo, con la valigia sempre pronta ed il passaporto nella tasca”
Forse viaggiare per questo mondo non gli bastava più.
Forse aveva già preparato tutto… e noi non lo abbiamo visto mentre caricava i bagagli.
Trattenevo il respiro quando lo vidi per la prima volta al primo colloquio.
Trattenevo il respiro quando lo vidi aprire una bottiglia di champagne con una spada.
Trattenevo il respiro quando ridevo mentre mi raccontava una delle sue tante storie.
Trattenevo il respiro, perchè con Lui era così.
Un emozione: sempre.
Sempre inaspettata.
E ho trattenuto il respiro ancora, si ancora una volta…
Ho trattenuto il respiro quando ho saputo che era andato via.
E allora ripenso a quando avevo 19 anni e alle 04:00 del mattino al bicchiere della staffa, io che non bevevo volevo il caffèlatte e lui mi versava ginger-ale e southern comfort dicendomi:
“Dai su… bevi un “Bibi” con me che mi fumo un’altra sigaretta e poi andiamo”
E a quell’ultima sigaretta se ne aggiungevano 5-6, e poi un caffè e poi un altro…
E mentre raccontava le sue storie come un pirata che ne ha navigato i 7 mari, il sole spuntava all’orizzonte.
Lui non voleva mai andare a dormire.
Con Lui era bello, perchè era bello così.
Era bello perchè sotto quella pellaccia rossa come un peperone, Lui era buono, buono davvero.
Sotto quella corazza aveva un cuore grande… forse troppo grande!
E allora penso a Te.
E mi torna in mente quella frase che tanto ti piaceva di “Marrakech Express” :
“Non bastano tutti i cammelli del deserto per comprarti un amico.”
E infatti no… non son bastati tutti i cammelli del deserto per tratterti qui con noi.
Uno spirito libero infondo non lo puoi trattenere per sempre.
Sbeffeggiando tutto e tutti sei andato.
Infondo è così che vanno via i Grandi come Te, con un grande colpo di scena.
Ciao Achille. Ciao amico mio.
“Sempre nel mio cuore”
Massimo
solo oggi leggo i vs post su achi.
per me è stata durissima,ancora oggi lo piango e cerco di darmi una motivazione a tutto ciò.
Ma l’ altra sera, seduto in riva al mare a respirare lo “iodio” che lui diceva facesse tanto bene, sono sicuro d’averlo avuto al mio fianco. E mi diceva di non cercare un “perchè”, ma di vivere felice ogni giorno.
ecco, qs era Achi, vivere!
come volete, ma vivere sino a raggiungere ciò che cercate.
lui nella bara aveva sul viso un bel sorriso, era sereno.
Perchè lui a Bordighera aveva raggiunto il suo sogno: vivere felice al mare stando in pantaloncini e ciabatte….
ricordatelo come volete, ma vivete pensando a quello che ci ha lasciato, con ricordi di serate, di sbronze, di incazzature…e VIVETE !!!
un abbraccio amici miei.
Paul
Grazie Paolo…
Andrea,Paolone, Pietro, Alessandro, Giammaria, Pino, Giovanna, dire fare baciare…
Ma com’è che mi ritrovo a piangere?
Credevo che il tempo, che è galantuomo, mi avrebbe permesso di lenire il dolore che mi strazia.
Non è passato nulla. Il dolore è lì, attemto e pronto, e mi ricorda quanto amassi il Rosso.
Ma è mai possibile?
Non lo vedevo da 7 anni, ma per noi uccelli di alto mare non era poi così tragico. Sapevo che se tornavo lo potevo riabbracciare, e lui sapeva la stessa cosa.
>Triste sapere di non poterlo fare.
Achille, amico mio, ti sento vicino, a volte mi senbra di averti di lato. probablmente sei li, ch continui a tenermi d’occhio.
Paolo
E’ impossibile dimenticare il Rosso, e non lo faremo mai.
Anno 1993!! Ma QUANTO CI SIAMO DIVERTITI!!!….e non parlo solo dell’estate… UN buon whiskey per colazione e discorsi all’infinito,non ho mai piu’ avuto il piacere di conoscere persone come te caro Achille,che non nego,mi avevi quasi fatto perdere la testa!! Duro,severo,forse a volte un po’ spietato,ma tutte caratteristiche di un uomo dal cuore grande! Peccato non averti piu’ incontrato….ti ho pensato in questi anni sai..