(Post geek e un po’ nerd, comunque leggibile. Se vi va)
Il titolo è quel che è, di meglio non mi veniva in mente.
In questi giorni a Las Vegas c’è il CES. Il Consumer Electronic Show, che va “in onda” dal 1967. Un evento che mi ha sempre affascinato, soprattutto per l’attuale cornice: un mega albergone di Las Vegas e per il ben-di-dio di tecnologia che viene presentata dalla grandi case per l’occasione.
Al CES di solito ci si fa una grande scorpacciata di tecnologia. Di quella che conta. Di quella vera (al CES fu presentato per la prima volta il CD, il DVD e anche il Video registratore), ma un po’ con il taglio alla “ammericana”, tanta enfasi, luci, lustrini e paillettes. Nell’anno della crisi magari non è e non sarà così, ma forse i brividi “digitali” saranno comunque garantiti dalle tante novità e dai tanti personaggioni invitati agli speach.
C’è da dire però che generalmente chi conta davvero non c’è. Ovviamente parlo (anche) di Apple, tra i pochi produttori / inventori che generalmente non appaiono, ma vincono le sfide. C’è Microsoft, che continua a dichiarare cose senza senso (sistemi operativi per Tablet pronti solo nel 2012) e a far di tutto per non stare al passo con i tempi (perdendo colpi anche grazie a quel buon tempone di Ballmer).
Scrivo del CES perché ieri ne ha parlato la Rai, e poi anche Mediaset.
Forse avevano lo stesso inviato a Las Vegas e ne hanno approfittato. I due servizi, quasi identici, sono stati un inno alla goffaggine tecnologica giornalistica, cose che a Wired Italia in contronto possono ambire al Pulitzer della tecnologia per obiettività e preparazione.
Alla frase “sono stati presentati i primi Tablet!” elaborata da uno dei due giornalisti, ho avuto un conato di vomito. Quando “argutamente”, sempre uno dei due, o tutti e due, ha iniziato a dire che il tablet si connette al “wireless” e che permette di vedere i film in alta definizione, magari anche in macchina, ho ululato.
Il futuro sarà dettato dalle nuove tecnologie. Qualche pezzo di futuro è già dentro alle nostre case e nelle nostre tasche.
Tutto, cambierà o già sta cambiando. Compreso il mondo del giornalismo. Ecco, mandare due cristiani a migliaia di chilometri di distanza per fare un servizio e farci sapere (nel TG nazionale delle 20) che i tablet si connettono al wireless è sicuramente quel che rimane di una professione che in Italia non ha mai avuto grandi rappresentanti. In campo tecnologico poi praticamente nessuno.
Sentir parlare di media e tecnologia i giornalisti italiani è come prendere lo stipite della porta la notte, mentre uno va a fare la pipì.
Mi fa sempre quell’effetto lì.
2 commenti
Andare come inviato al CES è ambitissimo, anche perché a due alberghi di distanza come ogni anno c’è L’AVN 🙂
Ciao toso!
L’ho sentito pure io a pranzo. Non ci volevo credere.