Notte bianca, Torino invasa…

Gente, gente, rumore, sorrisi, code, gente, maxischermi, musica, gente, Paolo Conte, Casa Svizzera, Casa Canada, gente, sorrisi, amici incontrati per caso, festa, neve finta, code, code, folla, luci, negozi aperti, bar stracolmi, ristoranti intasati, bambini, Max, vecchiette, vecchietti, Elena, sorrisi, stranieri, atleti, campanacci, Michela, luci, colore, Luca, frenesia, musei aperti, sponsor village, the caldo, mal di piedi… notte bianca, notte splendida.

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15 commenti

  1. ho letto l’articolo su apogeo. bene, bravo, bis! ma devi farti correggere una battitatura…

  2. come ho scritto in un forum, questi son giorni fantastici per Torino…

    -venerdì atmosfera primaverile con brezza piacevole, sole caldo e vista sulle montagne;
    -sabato atmosfera da capitale con ogni via del centro stracolma di gente;
    -e domenica atmosfera da città di montagna con una bella nevicata…

  3. L’unica cosa che mi è dispiaciuta e che per questa notte bianca, sia stato totalmente abbandonato e non considerato il quartiere Borgo Dora e il Balon, luogo storico delle notti bianche torinesi. Mi è sembrato un pò ingiusto.

  4. gran bella nottataccia bianca… peccato l’assenza di bus o taxi alle 6 di mattina e il conseguente congelamento totale..

  5. …e the beach, i murazzi, il respiro che si congela, le troppe caipiroske, i cappelli da giullare e quelli da cowgirl:-)
    oh, ma che bello davvero, sapere di aver condiviso in così tanto uno spettacolo che -ahimè –
    temo non si ripeterà..:-(

  6. Sorprendente città con milioni di persone multi-color multi-strato e multi-filter , un pastone internazionale che ha ancora fame di calpestare le strade, di cogliere il riflesso del mondo nel Po illuminato a festa,di riecheggiare sotto i portici, di respirare l’Antico Egitto e il Moderno Cinema nella notte bianca più lunga della storia.
    Io piccola torinese salgo su un bloccatraffico di cemento all’inizio di via Po, di cui conosco ogni cubetto di porfido che si inclina verso il fiume, e vedo solo teste e teste fino alla Grande Cupola Madre, ambita dalla folla come una ciotola di miele rovesciata sopra un formicaio.
    La voglio tutta questa città pulsante, la voglio ancora.
    La voglio di nuovo questa sensazione di volersi tutti un pò più bene, così assurdamente priva di retorica che non possiamo non crederci. E sentirci migliori.