Comunicare vuol dire sbagliare

Ci sono cose che ogni tanto bisogna dire – anche solo per confermare a se stessi che le cose nel mondo della comunicazione e del marketing sono dannatamente complesse, ma anche irresistibilmente divertenti. Provo a mettere in elenco qui sotto un piccolo vademecum spero utili per tutti i comunicatori e le comunicatrici “perplesse”. Magari anche per chi è alle prime armi e ha bisogno di una spinta per non bloccarsi.

  1. La comunicazione non è per tutti, non è necessario che piaccia a tutti. Non esiste la comunicazione perfetta che soddisfa tutti. Anche nel team che la crea non tutti sono sempre d’accordo sul da farsi. Ne consegue che la “comunicazione” è un compromesso, cercare la perfezione è tempo perso oltre che un atteggiamento un po’ ingenuo. Questo vale per ogni tipo di comunicazione. Interna, esterna, di prodotto, personale, ecc.
  2. Comunicare non è per tutti. Puntualizziamo. Ci sono persone che devono decidere che cosa fare nel loro business e cosa demandare a chi sa fare comunicazione che non si arrendono a questo assioma. E meno si arrendono meno la comunicazione funziona, perché se è vero che è un compromesso, il gioco al ribasso – per accontentare tutti – rende la comunicazione e qualsiasi campagna di marketing un sicuro insuccesso. Capita che poi, quando ci si accorge che il topolino che è stato partorito non accontenta nessuno ci si trova anche a “fare a botte” per ricordare che si era disegnato un bel elefante con i pois tutti blu. E che bisognava avere coraggio.
  3. Comunicare vuol dire sbagliare. Ancora più vero nell’epoca dei social e della comunicazione impalpabile. L’utente finale non è lì che aspetta noi, non è il famoso “bersaglio” delle clipart di millemila presentazioni dei super boss del business. L’utente è un essere umano che oggi subisce la qualunque. Dal messaggio del macellaio sotto casa su TikTok alla campagna da milioni di euro in Piccadilly Circus. Semplicemente la sua soglia di attenzione è pari a zero, si attiva solo se lo fai sognare e se lo colpisci sui “bisogni”. Comunicare vuol dire sbagliare e riprovare, riprovare, riprovare. Non esiste la campagna perfetta, non esiste l’effetto Wow da attivare solo con un click del mouse. È una cosa quasi casuale. Tra addetti ai lavoro è la classica “botta di culo”. Come quando un video diventa virale (e non perché lo vuole il cliente eh)
  4. I “bisogni” del target, questi sconosciuti. Sì, si parte spesso dalla considerazione che quello che una azienda fa o vende è il massimo che si possa proporre al proprio potenziale cliente. Ma così non è, o non è quasi mai. Si tende a dare per scontata la perfezione della propria offerta, quando a uno sguardo attento ci si accorge che questa in realtà fa acqua da tutte le parti. Prima di comunicare pensiamo al cosa e al perché. E poi proviamo a comunicare al meglio. Il buon Sinek direbbe prima il Why, ma anche il What non lo lascerei proprio nell’angolo… 
  5. Ci sono mille canali, non è detto che si debbano usare proprio tutti. Anzi, concentrarsi su un bel media-mix alla vecchia maniera è sempre meglio. Poi se avete anche un marketing-mix è meglio, molto meglio. Se non sapete la differenza va bene anche Wikipedia…
  6. Non dovete convincere nessuno. Se sbagliate è colpa vostra. Se sbagliate dopo aver ascoltato mille opinioni, è sempre colpa vostra. Quindi non perdete tempo e non perdete l’intuizione che vi ha mosso e vi ha acceso. Quella fa la differenza. 
  7. Abbi passione per quello che fai. Che tu sia un/a copy, un/a art o un/a strategist quello che fai è la tua passione. Ti devi divertire. Devi osare e provare a tenere alta l’asticella (senza esagerare e senza uscire troppo dal tema eh). Osare vuol dire usare anche il pensiero laterale, i giochi e soprattutto un po’ di sano mestiere. Se non hai esperienza i tuoi colleghi più scafati possono aiutarti. Sempre. Ma non ti fare instradare troppo, loro potrebbero essere esausti e poco propensi a “volare”. O peggio potrebbero aver troppe ferite che li bloccano. 
  8. Non si butta via niente. Un po’ come il maiale. Il cestino non è così comodo per le idee che non hanno avuto successo, usa il cassetto e non ti dimenticare che una cosa che non ha avuto successo oggi potrebbe avere successo il giorno dopo. O dopo un mese, un anno… Non buttare via niente.
  9. Copia. Senza farti beccare eh… 
  10. Studia quello che ha funzionato e studia soprattutto quello che non ha funzionato. E non aver paura a dirlo: tutti sbagliano. Anche il cliente, anche i tuoi responsabili. La cosa pare strana, ma è umanamente pacificamente vera.
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