Quando qualcuno vi dice che la cosa migliore per star meglio è sognare che fate?
Cercate di sognare? Il problema è che bisogna sognare davvero. Si, non ad occhi aperti.
Poi la parte complicata è ricordarsi i sogni, ed è anche per questo che sono due giorni che ne parlo, prima la balena e poi Fassino (la balena fa 41 e Fassino?)…
Ora, il problema è che per sognare bene bisogna, sempre secondo quello che dice qualcuno, addormentarsi pensando ad episodi piacevoli della propria vita. Io ci sto provando da una settimana, ma generalmente mi addormento ancor prima di aver pensato che devo pensare. Un sasso, no peggio, una meteora che si schianta su un cuscino di Ikea con un tonfo sordo, appesantita dal fardello della giornata a da mille pensieri delle balle che raccolgo in quel girone dantesco che risponde al nome di “ufficio”.
Un pensiero piacevole però ce l’ho. E’ sempre lo stesso da un po’ di tempo: è il ricordo di un’estate passata con amici in una bella cittadina toscana, tre anni fa.
Ricordo la luce soffusa della sera nel borgo medievale dove abitavamo, le candele alla nostra finestra, le due donne di casa intente a fare da mangiare, e le chiacchiere sull’uscio con un caro amico. Tutto mi donava una grandissima tranquillità. Ricordo una bella sera al cinema all’aperto sotto le mura del castello oppure la giornata passata a domare le onde Regina Margherita o ancora l’ammaina ombrellone enunciato con accento sabaudo e fare ampolloso e cerimonioso.
Un ricordo che passa anche dal profumo dei fiori di quella stradina, le voci sotto le finestre e il fiatone per salire fino a casa su per i bricchi e i vicoli verso la cima della rocca.
E’ un ricordo di pace e di tranquillità.
Questo blog era ancora ai primi passi (e in altri lidi) e mi sembrava un posto dove raccontare con entusiasmo la mia vita. Ora mi sembra solo un posto dove fuggire dalla monotonia di alcuni momenti della mia giornata.
E’ vero che non stiamo mai fermi, è vero che le cose cambiano, ma io continuo a sognare allo stesso modo. Con gli occhi aperti e le mani sulla tastiera. E continuo a pensare che in fondo la marmellata all’arancia è sempre nella mensola più alta.
5 commenti
Da come lo dici sembra quasi negativo, ma guarda che avere un posto ancorché virtuale dove fuggire dalla monotonia di una giornata surreale in ufficio dovrebbe essere di per sé fonte di una certa dose di entusiasmo… 🙂
No, anzi, per me il blogging è vitale… (ma è sempre più una fuga)
Beh, forse passiamo la vita a tentare di fuggire qualcosa che comunque ci aspetta al varco…
In fondo lavorare è un po’ morire 😀
Accidenti un bel dire anche io cerco sempre di pensare a qualcosa di piacevole per addormentarmi ma non so com’è più tento di visualizzare episodi piacevoli più mi vengono in mente quelli poco piacevoli! :/
Non sono l’unico dei tuoi vecchi amici che è sempre a tua disposizione e trova grande gioia nell’attesa di fare due chiacchierate con un vecchio giovane saggio. Sei una delle persone migliori che conosco. Forza!