La città in alcuni punti è da due giorni deserta, i negozianti che non collaborano sono terrorizzati da bande inquietanti di giovani incappucciati. Un’organizzazione quasi para-militare che qualcuno mi dovrebbe spiegare cosa c’entra con “c’è gente onesta che sta solo protestando in modo pacifico”.
Intanto le strade si svuotano, i rifornimenti non arrivano e le saracinesche si abbassano al passaggio delle ronde che cantano l’inno d’Italia e ogni tanto si lasciano sfuggire un “Boia chi molla” e un braccio alzato al cielo come per salutare un amico lontano, ma molto lontano.
Domani un altro quartiere di Torino sotto “manifestazione pacifica”. Oggi zona Cenisia e Barriera di Milano domani zona Parella, San Donato e Campidoglio. Il passaparola tra negozianti e cittadini c’è già stato e tutti sono in allarme. In tutti i casi sempre le stesse scene: forze dell’ordine che tollerano (e non possono fare altro), bande di 5 o 6 ragazzotti che fanno il giro dei negozi entrano, minacciano e escono e se qualcuno dice qualcosa partono spintoni o danneggiamenti all’allestimento del punto vendita.
Dietro a tutto questo c’è una regia. Dietro a tutto questo c’è molto di più di “gente che manifesta pacificamente” perché è stufa della situazione.
E’ una cosa grave, bieca e contraria a ogni forma civile di manifestazione. Non è una protesta, è qualcos’altro e la manovalanza utilizzata è pericolosa e non mette di certo allegria.
Non confondiamo uno sciopero (anche violento) con questa roba, non facciamo questa leggerezza, perché qui è in ballo la possibilità di destabilizzare un territorio senza essere in nessun modo ostacolati. Le forze dell’Ordine (con casco o meno) possono fare poco contro migliaia di “soldati” ben addestrati per diffondere paura e insicurezza. Contro ragazzini che dichiarano fieri di aver abbandonato la scuola perché tanto non serve e nulla e perché tanto non c’è lavoro.
Hanno poco da perdere e sono carne buona per questo tipo di strategia.
Sì perché di strategia di tratta a forse anche delle prove generali di un disegno più ampio. E poi perché Torino? Città simbolo e laboratorio, tutto nasce qui e poi dilaga. Speriamo che questo non sia l’ennesimo caso, ma gli indizi ci sono.
Stiamo provando strane sensazioni perché pensavamo che non potesse accadere e invece non abbiamo gli anticorpi contro questo tipo di “rivolte” atipiche e ben organizzate. La regia prima o poi verrà allo scoperto e temo che avremo brutte sorprese.
Posso anche solidarizzare con qualcuno che dice: “sono contro la violenza, ma la gente è stanca e finalmente ha deciso di protestare”. Ma mi duole dirvi che non è questo il caso. Qui c’è qualcosa di più. Qualcosa di molto più complesso che abbiamo tutti preso allegramente alla leggera.
Incrociamo le dita e speriamo che sia solo un brutto incubo e che duri ancora poche notti.
2 commenti
Torino è sotto sequestro. Ieri sera, atmosfera di coprifuoco. Le forze dell’ordine sorvegliano (o, peggio, fiancheggiano). E tutti tacciono – le istituzioni, dico. Se un sindaco non parla pubblicamente alla sua città in un momento come questo è meglio che taccia per sempre. Le parole di Alfano – “Non tollereremo che le nostre città vengano messe a ferro e a fuoco” sono parodistiche: quel futuro “tollereremo” quando tutto sta accadendo, è già accaduto dopo essere stato annunciato, non può che aumentare lo sgomento. Ultras, Forza Nuova (che ha annunciato una manifestazione imminente), Beppe Grillo, hanno incendiato una miscela che non aspettava altro. Non so se ci sia una regia occulta, può darsi, ma anche se non ci fosse, spunterà certamente un regista che realizzerà questo copione da incubo.
totalmente d’accordo.
la piega che hanno preso gli eventi mi mette paura.
le derive sono pericolose, soprattutto se apparentemente confuse e disorganizzate, ma invece sapientemente dirette e convogliate.