Sincronie naturali

Il mio ufficio si affaccia su uno dei corsi più importanti della città. Un corso molto bello, costeggiato da platani e da palazzi liberty (almeno per il primo tratto, quello più centrale) di enorme valore artistico e culturale.
Un corso bellissimo Corso Francia. Sotto di esso passa la più bella e moderna metro d’Italia, che i torinesi hanno aspettato per quasi un secolo e sopra di esso si riversano da decenni migliaia di vetture, biciclette, autobus, carrozze, pattini, monopattini, segway (sì anche segway…).
Corso Francia lo apprezzi soprattutto in Agosto, quando lo puoi percorrere con lentezza, ammirando tutto intorno il paesaggio. Se vai verso la Francia e il tempo è clemente vedi le montagne davanti a te, nitide, bianche, bellissime. Ti sembra di poterle toccare. Se vai verso il centro città in lontananza vedi piazza Statuto, la Mole e Superga. E se hai fortuna e pratichi una notte buona, dietro alla basilica vedi anche una luna grande come un balon (mongolfiera).
Se lo guardi in una giornata qualunque, come accade spesso a me, durante il giorno, in un qualsiasi momento della settimana, vedi anche un’enorme distesa di lamiere. Auto di tutti i tipi incolonnate nel viale centrale. Nei controviali auto in seconda fila, ammassate sui platani centenari, piste ciclabili nuove, ma usate sovente in modo creativo.
E soprattutto c’è tanto “rumore”. Tantissimo rumore. Ma non sempre. Torino è una mezza metropoli, una città grande, ma non trafficata. Il casino sovente lo causano solo i semafori, le rotonde, la pioggia, i solerti civic o i camion dell’immondizia in inesorabile vagabondare. E’ un traffico… intermittente.
La cosa divertente è che tra un semaforo e l’altro, tra uno strombazzare e un altro, spesso c’è silenzio, anzi no, c’è “musica”. Molto silenzio e subito dopo molta “musica”. E questo accade forse solo a Torino. Sì, perché a Torino, tra un semaforo e l’altro, uno strombazzare e un altro… cantano gli uccelli sugli alberi.
“Beh” direte voi, “che scoperta”… Ma io non parlo di un semplice cinguettio, di un’anonima e improvvisata starnazzata di uccelli, io parlo di sinfonia sincronizzata. Sì, signore e signori, i volatili torinesi, in puro stile sabaudo, cantano solo quando il rumore delle auto non li disturba. E parte una vera e propria sinfonia naturale, tra semaforo e semaforo, tra strombazzata e strombazzata, con assoluta sintonia.
Come me ne sono accorto? Basta chiudere gli occhi e ascoltare. Semplice.

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6 commenti

  1. Bel post, spesso infatti basta chiudere gli occhi, rilassarsi e percepire diversamente quello che ci circonda e che siamo convinti di conoscere realmente.

  2. Bravo Axello, bel post.
    Bellissima la parte finale di Corso Francia, peccato per quegli orrendi lampioni verdoni che fanno schifo.
    Quanti ricordi, asserragliati nella sede dell’MSI con l’aria irrespirabile dei lacrimogeni….. ahhhhh…… bei tempi….

  3. Uova?
    Magari!
    I veri fascisti eravate voi, in centinaia contro pochi ma valorosi eroi agli ordine del compianto nostro leader Ugo Martinat.
    Ciao.

  4. Io invece non ho mai sopportato tanto corso Francia. Sarà perchè andavo a scuola a Rivoli e per arrivare in piazza statuto quando si “tagliava” col 36 ci si metteva una vita. Una volta al Castello di Rivoli una mia prof ci disse che corso Francia rappresenta la vita. Difatti proprio dalla dimora dei Savoia a Rivoli si vede tutto corso Francia e in fondo alzando lo sguardo Superga, quindi in ordine: nascita vita e morte.