Qualche anno fa scrissi questa cosa su Grazia Blog… Ora mi sembra un’altra vita. E’ un’altra vita.
Sono mesi, settimane, giorni che guardo tutti i padri che incontro. Li scruto, a volte di nascosto, cerco di capire come si comportano con i loro pargoli, di diverse misure, in diversi contesti. Dormienti, ipercinetici, lamentosi, piangenti, allegri e festanti, irrequieti. Alcuni padri sono amorevoli, altri rigidi e risoluti. Altri li controllano da dietro i loro occhialoni scuri, altri parlano al cellulare tenendo d’occhio il pargolo con molta tranquillità, spesso fin troppa. Un aplomb che mi sembra irraggiungibile.
Li guardo caricare enormi auto con enormi quantità di oggetti, passeggini, pacchi, borse, giocattoli. Li osservo mentre con molto amore o con molto distacco si lasciano portare in giro da moglie e pargoli in un moto che sembra sempre al limite della gioia o della sofferenza. E io aspetto. Sì, aspetto. Sono un padre in “stand-by”. Guardo C. tutti i giorni con ammirazione, la vedo sempre più bella e sempre più mamma in “divenire” e io aspetto. Il mio corpo non cambia, la mia mente forse sì o forse no. O forse non abbastanza. In ogni caso rifletto.
Posso fare altro? No. Noi padri in stand-by non sentiamo calci nella pancia, non abbiamo mal di schiena, non facciamo esami in continuazione. Noi semplicemente, aspettiamo. Stiamo vicino alla nostra compagna e cerchiamo di capire, ma è un’operazione difficile, forse fuori dalle nostre possibilità.
La natura è curiosa. Ci lascia in stand-by e ci mette alla prova. Nascono delle insicurezze, tra la gioia dell’attesa e il convincimento sempre più marcato che “non stiamo partecipando molto”. Ma ci siamo. Dobbiamo prepararci al dopo senza poterci confidare molto con altri papà “già completi”, per il nostro insano modo di essere: le chiacchiere da spogliatoio non toccano argomenti così intimi, così “femminili”.
E aspettiamo. Leggiamo magari di nascosto sul web di altri padri, di metodi e di cose legate alla paternità (ma troviamo solo cose che parlano di maternità), sempre di nascosto per non sembrar insicuri o irrequieti.
E sempre di nascosto sogniamo.
È difficile fare i padri in stand-by.