Ieri sono entrato in una cartoleria, una tipologia di negozio ormai rarissima in città. Uno di quei posti dove sì vendono cose fatte (in gran parte) di carta. Avete presente? Dove si sente il profumo delle matite, di gomma per cancellare, di libri e di inchiostro. Nelle vere cartolerie si sente profumo … di cartoleria. Unico, ineguagliabile e ormai rarissimo.
Per noi ragazzini degli anni ’80 c’erano due versioni possibili di cartoleria: il negozio piccolo e incasinato della cartolaia sotto casa (che sbarcava il lunario anche con giochini attraenti e attira bimbi) e il gigantesco Vagnino, la mecca delle penne, delle matite, dei bloc-notes, dei cartoncini colorati, ecc. ecc. Il posto dove andavano anche i “grandi” (che compravano cose noiosissime per l’ufficio). L’unico neo: non c’erano i giocattoli. In compenso verso la fine degli anni 80 erano comparsi in anteprima, in un angolo i primi PC… (Gnam!).
Era anche il posto dove la zia, la nonna, la mamma ti portava a comprare il compasso o la calcolatrice che doveva rigorosamente durare almeno 8 anni (3 delle medie e 5 di superiori). Vagnino era mediatamente costoso ma attraente e affascinante per chi, come me, aveva un’attrazione (e ce l’ho ancora) per tutto quel ben di dio. E poi trovavi TUTTO, ma proprio tutto. Tutto e in diversi colori, forme, dimensioni.
Una visita da Vagnino non poteva che finire con una sniffata di Coccoina di nascosto. Ma cosa ne sanno i Millenials? Ma cosa ne sanno?
Il Centro commerciale XYZ, Amazon e Tiger non hanno quei profumi e le poche cartolerie rimaste in città dovrebbero essere Patrimonio dell’Unesco.
Lo penso davvero.