Entro in farmacia. Il cartello rosso è perentorio: “Da oggi le ricette devono essere accompagnate dal codice fiscale + card sanitaria”.
E io penso, malignamente: – Ecco, hanno capito cosa farne di quella stupida card dell’agenzia per le entrate, nessun italiano aveva capito cosa fosse -. Ridacchio e mi metto in coda dove non c’è bisogno della ricetta.
Il problema è che la povera farmacista non sa cosa fare e registra a mano per ogni ricetta il codice della card (!!!). Ma allora bastava farla di cartone no? Mah…
Il secondo problema è che la fila è lunghissima, c’è chi si lamenta che non sapeva nulla e cerca lo stesso di far commuovere l’inflessibile (fino ad un cero punto) commessa. C’è chi ce l’ha e pensa che serva per avere degli sconti come al GS (raccolta premi con siringhe, propoli e preservativi?). C’è chi corrompe la commessa con un piagnisteo teatrale che solo noi Italiani possiamo inscenare in questi casi. E c’è chi che come me non ha la ricetta e compra senza fare la coda. Gli altri ovviamente sbottano. Dico io… ma se non ho la ricetta e le cose che devo comprare non la prevedono sono un raccomandato? Per alcuni in coda sì. Assolutamente sì.
Gli Italiani sono un popolo meraviglioso.
5 commenti
Sei un raccomandatooooooooooo!!!
Manco la ricetta ti fannooooooooo!!!
Il codice fiscale è sulla card….perchè la tua farmacista te lo chiede a parte???? Questi piemontesi, precisi fino alla pignoleria! 🙂
Queste reazioni che tu hai indicato sono precisamente il motivo principale per cui odio gli italiani all’estero. Perché trasportano in contesti più o meno sani questo modo MALATO di rapportarsi al sociale, alle istituzioni, alla vita in genere. Io e Stefi spesso arriviamo al punto di improvvisare conversazioni in uno stentato inglese pur di non farci riconoscere come italiani in determinate situazioni, all’estero…
Uanema!
Sei Piemontese giusto?
Da voi, tutte le farmacie vi chiedono già la tesserina con il cod. fiscale?
N.B.: bel Blog!
si, la chiedono…
🙂