L’indifferenza

34 vite (ma forse di più) perse nel Mediterraneo oggi a causa di una barca con 200 persone a bordo che si è ribaltata. Una delle tante, succede quasi ogni giorno. Vogliamo paragonare una tragedia a un’altra tragedia? No. Non si può. Ma le vite sono vite e nel mare, quel mare che consideriamo la culla della nostra civiltà, abbiamo ormai troppe tombe di innocenti e disperati senza alternativa alcuna. Muoiono tante donne, tanti bambini che non arriveranno mai con il loro nome e cognome sui nostri TG, sui nostri magazine on-line. Le chiamiamo “morti di serie B”, “negri che se la sono andata a cercare”, “potenziali terroristi in meno”. Ma sono solo morti. Madri, padri, fratelli, bimbi, tanti bimbi. Ormai siano sensibili solo alle tragedie di casa nostra, anche se questi poveretti muoiono a pochi km dalle nostre case. Questa è una piaga senza fine, almeno sforziamoci di non perdere quel che ci resta della nostra umanità. I bimbi di Manchester sono uguali a quelli morti nel Mediterraneo, senza se e senza ma e entrambi sono morti senza alcun senso, questo sì.
No, che per ora siamo ancora dalla parte dei “fortunati”, dovremmo iniziare a salvare vite, iniziando a combattere contro un brutto nemico: la nostra indifferenza.

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