Ricevo e pubblico la lettera indignata di un’insegnante di Italiano e non commento:
Egregio Direttore,
siamo caduti dalla padella alla brace! Che VERGOGNA! Stamani le tracce di Italiano dell’Esame di Stato hanno coperto di ridicolo il Ministero della Pubblica Istruzione che, dopo il gravissimo errore commesso dal precedente Governo tre anni fa, immemore degli sbagli altrui, ha riproposto, per l’analisi del testo, un canto del Paradiso di Dante. Come è possibile che gli esperti ministeriali non conoscano i Programmi ministeriali della scuola italiana? Sono una docente di Italiano della scuola superiore di questa Italia divenuta ridicola e risibile. Tre anni fa esternai la mia indignazione ai giornali nazionali e all’allora ministra Moratti. Speravamo, noi docenti, che qualcosa fosse cambiato e che il nuovo rigore richiesto fosse esteso anche agli esperti ministeriali e al ministro stesso. Le cantiche della Divina Commedia si studiano, anno per anno, SOLO NEI LICEI! Maledizione, questi programmi sono legge dello Stato italiano. Negli Istituti Tecnici (tutti!), negli Istituti d’Arte, negli Istituti Professionali (tutti!), cioè nei tre quarti delle scuole italiane, dove ci sono solo tre ore settimanali di Italiano nelle classi del triennio, non si insegna, ripeto, non si insegna la lettura delle cantiche e dei canti della Divina Commedia ma si insegna Dante al terzo anno con qualche lettura antologica del poema. Mi aspetto che l’imbecille di turno possa obiettare sostenendo che vi sono le altre tracce. Per questo ho detto “imbecille”. Perché si tratta di razzismo e si tratta soprattutto della negazione di un diritto, quello cioè di avere le stesse possibilità degli studenti liceali di svolgere l’analisi del testo.
Come docente di Italiano e come cittadina italiana invito tutti coloro che stanno svolgendo la prova d’esame a chiedere alla magistratura di invalidare la stessa per palese difformità con le leggi dello Stato e per ingiustificato razzismo nei confronti degli studenti non liceali.
Grata per quanto farà, la saluto cordialmente.
Nadia Verdile
Docente di Italiano e Storia
Istituto Statale d’Arte “San Leucio” – Caserta
4 commenti
Beh, ha ragione. Il problema è che sarebbe comunque sbagliato togliere Dante dalla maturità, visto che nei Licei viene approfondito.
Magari bisognerebbe pensare una maturità di italiano diversa per le varie scuole? Così nei licei si possono permettere Dante e negli istituti qualcos’altro?
Sarebbe comodo ma non so, non mi piace… Mi sembrerebbe così di avere scuole di serie A e di serie B…
Non per dire, eh, però se ci deve essere un tema, e un tema eguale per tutti, gli argomenti ‘universali’ non son mica tanti. Pure io avrei pensato a Dante, magari qualcosa dell’Inferno che è più appassionante e ultimamente persino trendy :-), però che diavolo, come si fa a questionare Dante? La professoressa in questione avrebbe palesato la stessa indignazione anche se fossero stati scelti i versi “Nel mezzo del cammin di nostra vita?”. Penso di no.
Una traccia riguardante qualsiasi altro poeta o scrittore ‘minore’ (minore se riferito a Dante: ovvero, praticamente tutti) avrebbe sicuramente scontentato, parimenti, una buona fetta degli studenti. E poi una lettura antologica di Dante, in grado di fornire i rudimenti della Commedia, dovrebbe costituire esperienza sufficiente. Pensare di svolgere il tema su un testo che abbiano letto TUTTI mi sembra un’utopia, e penso snaturerebbe il senso della maturità, che è quello di misurare le capacità di analisi del testo, oltre che il bagaglio di conoscenze acquisito a priori. E poi il testo, con tutte quelle note a margine, era già superspiegato! Mi spiace, ma queste obiezioni non le posso condividere.
Mi fa molto più arrabbiare (e l’ho scritto su spinoza.it) la traccia sul Villaggio globale, evidentemente partorita da qualche dinosauro ministeriale, una traccia basata su un testo vecchio di venticinque anni, che ovviamente ignora quanto nel frattempo è accaduto dal punto di vista sociale e tecnologico, non invoglia certo lo studente ad affrontarla.
E comunque tutta questa attenzione mediatica riservata all’esame di maturità mi sembra una puttanata a priori. A che pro mettere il microfono di qualsiasi tg in bocca a ragazzini che dicono, quasi con orgoglio, “Non so niente!” oppure “C’erano temi impossibili!” appena fuori dagli istituti? Tanto alla fine passeranno tutti, all’esame di maturità non ho mai visto bocciare nessuno. E’ come cercare di caricare di suspense un quiz dove alla fine vinceranno tutti.
Piuttosto: gli esami di ammissione alle facoltà universitarie a numero chiuso, sono quelli, che decidono del destino dei nostri ragazzi. Mai che abbia visto un rigo o un servizio ad essi dedicato (figuriamoci un film!).
ha perfettamente ragione ma mi chiedo per quale motivo noi italiani, a tutti i livelli, ci dimostriamo tanto incapaci. Non è che forse si debba cercare una maggiore professionalità sopratutto in chi opera a questi livelli.