Il custode del diario

Vecchia foto2 Agosto, giovedì.
Sarà per me impossibile dimenticare il giorno in cui il mio buon amico Axell, rivolgendo quei suoi occhi dolci eppur velati d’ombra su di me, disse: “A rivederci a settembre, io vado in villeggiatura… Abbi cura del mio diario”. Caro, caro Axell! Egli non sa, non può sapere quanta è la gratitudine che trabocca dal mio cuore per avermi difeso sempre, nei tristi giorni in cui il maestro Perboni fu ammalato e la sezione Dora Grossa fu trasferita nell’ala di Vanchiglia. Fu quello il momento in cui De Gubernatis, Peyron e Ternavasio, con quell’aria da signorotti del cortile mi presero di mira tendendomi ogni giorno un diverso, odioso tranello. Quante stilografiche mi rubarono, e quanti quaderni sparpagliarono sul selciato del Corso! Quel giorno – lo ricordo come fosse ora, qui, innanzi ai miei occhi – Axell si portò dietro di me, in silenzio. Io non capii subito quale misterioso potere avesse causato la ritirata di De Gubernatis e dei suoi, poi mi voltai e lo vidi. Più alto di noi compagni, con vestiti troppo piccoli per lui, un’aria seriosa, i capelli rasati e gli occhi come due piccoli pozzi ricolmi di malinconia. Egli spaventava i prepotenti della scuola soltanto con la sua presenza. Non si poteva non essergli amico, perché Axell difendeva i buoni e i deboli, e la violenza gli risultava odiosa a meno di non usarla in difesa di un compagno. Perciò adesso rimango qui, nella calura di questa lunga estate, nella nostra amata Torino. Per onorare Axell e curare il più prezioso tra i suoi beni: quel diario pieno di ricordi dolci e amari che riprenderà in mano a settembre, quando vedrà i suoi compagni rientrare a scuola per l’ultimo anno, mentre egli si allontanerà per avviarsi alla professione che sempre ha sognato nella sua mansarda di via Frejus: il ferroviere!

Pietro Izzo, Classe V Sezione B

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8 commenti

  1. A settembre tornerò anche io tra i banchi di scuola, con il mio calamaio e la mia stilografica, con voi, cari amici.
    Mio padre continuerà a scrivere con me le mie memorie: perchè è in un diario che riportiamo ciò che passa nel nostro cuore!

  2. Mi commuove l’idea della mansarda di Via Frejus. Immagino il povero mentre mangia un kebab dei persiani all’angolo accompagnato dal rumore del mercato in sottofondo e sogna la sua professione futura facendo ciuf ciuf (o vrum vrum se sta passando il 68)

  3. Non potevo credere ai miei sensi! Mitì, la dolce bambina dal garofano rosso aveva scritto sul diario una dolce frase di incoraggiamento. Quante ore passate insieme, nel cortile, tentando di superare l’inutile barriera posta dall’inflessibile preside Cavagnetto tra l’area ricreativa maschile e quella femminile! Ah, dolce Mitì, potessi ancora lanciare il mio cuore oltre il muro come facemmo all’epoca dei nostri dodici anni! E invece la giovinezza sfuma, e con essa ingialliscono le pagine dei nostri diari…

  4. Il caro Mario… Ricordi quell’estate in cui quasi rimaesti cieco da un occhio per inseguire il gran polverone della carrozza del Re? L’amor di patria è cosa nobile ma altresì pericolosa, compagno mio!