Dialoghi/2, lo Shopping intimo

BoratCi sono articoli che un uomo, a differenza di una donna, non può comprare. O per meglio dire: ci sono categorie merceologiche che nel caso di noi poveri maschietti rasentano l’indecoroso e quindi sono impossibili da acquistare.
Un esempio?
Non si trovano più scarpe da uomo decenti.
La scelta è tra:

  • Scarpa fatta a mano taglio inglese (sopra euro 400)
  • Scarpa elegante più o meno bella con laccio o senza (ma tutte uguali)
  • Scarpa modello giocatore di calcio anni ’20 (provocano danni permanenti a caviglie e piedi in generale)
  • Scarpa modello tamarro con add-on e colori che invocano vendetta.
  • Scarpe più o meno decenti (ma i numeri e i colori non ci sono mai!).

Le donne invece hanno 600 modelli differenti con mille colori differenti abbinabili a qualsiasi vestito e qualsiasi borsa.
Noi siamo relegati nell’angolino di negozi che ormai sono al 90% pieni di calzature da donna.
Ergo… non trovo un paio di scarpe decenti da mesi. Quelle che ho adesso sono vicine al classico buco da film di Charlie Chaplin.

Cambiamo genere, passiamo al dramma vero e proprio… il negozio di intimo (famosa catena dal nome originalissimo).
La commessa scazzata (CS) generalmente ti caga (se sei uomo) solo se finisce di fare l’inventario e il repulisti dei tavoli disseminati di tanga e mutande di mille colori e formati.

A – Salve, volevo vedere…
CS – Un attimo, metto via e sono da lei…
A – (Meglio che l’aiuto, altrimenti…)
CS – Dicaaaa…
A – Volevo vedere un pigiama da uomo… Semplice.
CS – Ah, da uomo… ah… vediamo… abbiamo questo e questo…
A – Due modelli … bene. E sono solo di questi colori? Grigio (topo) e verde salvia (andata a male)?
CS – Si (lapidaria).
A – Capisco. Solo questi quindi?
CS – Si (scazzata inizia a rimettere a posto tanga di vari colori, tra cui uno giallo fluo Universiadi 2007)
A – Ehm, ma qui ci sono degli orsetti, sa è per me… lo volevo tinta unita.
CS – Non le piacciono gli orsetti, vanno molto sa?  Guardi, tinta unita abbiamo questo… (rovista in un cassetto aperto l’ultima volta poco prima dei mondiali di Italia ’90)

Il pigiama è azzurro con pallone di calcio davanti e righine bianche stile costume da bagno degli anni ’30.
E ha i calzoni corti.

A – Caspita, sembra un costume di carnevale!
CS – (molto risentita) No, guardi, va tantissimo…
A – (nei pigiama partty di ex alcoolisti del ventennio) No, no… non è il caso… Sa, ero per la semplicità.
CS – Quello con gli orsetti è il più semplice che abbiamo… Lei non pensa che siano semplici?
A – (no, mi fanno cagare) Ehm, no, sa … assomigliano a Winnie The Poo (che ucciderei a sprangate), non mi sembrano adatti… magari, fossero meno fumettati…
CS – Ohh, che peccato, avevamo un pigiama con una fotografia di un orso bianco davanti, bellissimo! Ma lo abbiamo finito…
A – Ooooh che peccato… se torna, magari lo prendo… Arrivederci… (ma fottiti tu e l’orso bianco!)
CS – Arrivederci…

Penso che comprerò on line… Qui vendono cose semplici e assolutamente serie (vedi foto sopra).

Share

Ti potrebbe piacere anche...

17 commenti

  1. Ma il brutto delle commesse è proprio il “va tantissimo” applicato alle peggio merde, a pari merito con il “quest’anno ne abbiamo fatti andare un casino” riferito all’ultimo pezzo di un articolo che vogliono rifilarti, oppure a uno che non hanno più e mai più avranno (“ho venduto l’ultimo ieri…”, a me lo hanno detto per compassione quando ho cercato un modem 56k esterno…)

  2. Vedi forse ti conviene passare al metodo cavallo di troia: ovvero ti fai scudo di una dolce presenza femminile che ti accompagni nei meandri più sconosciuti dei luoghi dediti allo shopping torinesi, lasciando parlare lei con la commessa.

    Vedrai tra donne si intendono meglio, incominceranno ad utilizzare termini di cui tu, povera presenza maschile, non sapevi neanche l’esistenza e scoveranno cose che ti calzeranno a pennello e soddisferanno i tuoi gusti in una maniera così sorprendente che alla fine riamrrai col portafoglio svuotato.

    E’ tutta una questione di tecnica… ma qualcosa che ti vada bene e ti piaccia vedrai che in questo modo lo trovi di sicuro.

  3. Il giorno che metti questo io mi faccio prete.

    Ad ogni modo è scandaloso. Le scarpe sono il mio più grossp problema, ma anche i pantaloni non scherzano. Prova a cercare una paio di jeans semplici, senza alcuna cianfrusaglia disegnata o appesa sopra e poi mi dici. (ovviamente non devono costare più di 40 euro)

    Sull’intimo ti do’ un coniglio…mercato! vieni in c.so Racconigi o fai un salto alla crocetta.

  4. quanto sei alto? che taglia porti? ti spiego, io ho una zia che ogni natale mi regala un pigiama, tenendo conto che io dormo rigorosamente in mutande e maglia del toro, ho diversi pigiami ancora incartati e sigillati nell’armadio, oggi vedo anche se sono a tinta unita! TE LI REGALOOOOOOOO!!

  5. sull’argomento pigiama/ intimo ti posso dare ragione, ma sulle scarpe da donna assolutamente no. ce ne sono tantissime, ma quasi tutte orrende…. FIDATI!!!

  6. Allora vediamo sulle scarpe non saprei ma i genitori di MisterN prima le producevano in Italia e adesso le vendono solamente (a Parigi dove vivono) quindi lui ha sempre scarpe davvero belle, semplici ed eleganti( e io sono una dai gusti difficili) per il pigiama… mai usato ne io ne nessuno dei miei partner (per fortuna) è molto poco sexy te lo dico 😛

  7. La verità è che il pigiama è un prodotto inutile, tanto quando dormi chi ti vede? Basta andare a letto in boxer e maglietta (tipo quelle del barcamp) e il gioco è fatto.
    Cioè il pigiama è quella cosa che compri solo se ti ricoverano.

    Oppure vai al mercato: orridi pigiami anni settanta a zampa d’elefante ti attendono. Oppure con fantasie psichedeliche o scritte tipo Argentina 78, Zaccarelli forever, Snoopy apocrifi, Simpson deformi fatti in Cina, ecc.

  8. concordo sulla questione delle scarpe.
    La soluzione, per quanto assurda, l’ho trovata: ritorno al mio vecchio amore adolescenziale, i dottor marteen’s

  9. Caro Andrea,
    temo che la nostra amicizia dovrà finire qui, naufragata su questo post peraltro arguto e pieno di verità ma che insulta in modo inequivocabile il mio spirito guida nonché unico animale totemico Winnie the Pooh. Winnie the Pooh non deve essere ucciso a sprangate, casomai essere preso come modello di vita. Egli è apparentemente svagato, ma in realtà è molto attento a ciò che è veramente importante nella vita: il miele. Occorre essere Winnie the Pooh, non indossarlo, su questo posso darti ragione. E allora che ne dici tanto per cominciare di smettere quelle frequentazioni parafasciste che hai in palestra (brrrr) e non ti fai venire un po’ di sano ventre prominente? Solo allora portai dormire nudo con una maglietta rossa attillata che arrivi sopra l’ombelico e potrai capire cosa c’è di più profondo nella vita. Con grande amarezza ti dico solo: pensaci bene prima di scrivere certe oscenità offensive.

  10. Ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ahah ah ah ah ah ah!!!!!!!!

  11. Un volta ebbi un dialogo (breve ma chiarificatore) con i a madre:

    Io – Mamma, mi hai comprato il pigiama nuovo oggi?
    Lei – Si
    Io – Bè, dammelo che devo andare a dormire
    Lei – No
    Io – Perchè?
    Lei – Lo conservo
    Io – Perchè?
    Lei – Metti che vai all’ospedale?

    Detto questo, detto tutto. 😉

  12. Credo di essere sul punto di soffocare dalle risate.
    Sia per la storia surreale sui pigiami, sia per i commenti, sia per il sito infarcito di banana hammock.
    Kudos!

  13. Beh, io l’ho scoperto guardando Scrubs in lingua originale.
    È una locuzione geniale.
    E, sì, Pietro, proprio come miss Consuela Bananahammock.
    Quanto siamo schiavi delle serie tv? 😀