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Il diario dei media italiano è piuttosto prevedibile e anche abbastanza monotono. E’ quasi sempre contraddistinto o dall’inutilità delle notizie in circolazione, o dal tentativo di terrorizzare in qualche modo i cittadini oppure, e questo è il caso di questi giorni, da un forcing mirato e non casuale legato a ristabilire “verità” di parte e idee che con la storia “vera” hanno poco a che fare.
Si è parlato per giorni di Influenza A e di tutte le decine di morti che questa avrebbe provocato. Si è parlato di freddo, di ghiaccio, di maltempo e ora tocca a Craxi, l’ex leader socialista morto in Tunisia non in esilio, come diceva lui, ma semplicemente da latitante (anche se tutti sapevano dove fosse domiciliato).
Vogliono riabilitare lo statista che di fatto ha dato l’avvio all’era Berlusconi. Il PdL vuole ricordare un suo “padre” dopo 10 anni dalla morte. E vuole che il solo ricordo con la scusa del tempo che passa e del perdono democratico sia un espediente per dichiarare l’esistenza di passate ingiustizie giudiziarie e cose simili.
Io non ho opinioni lapidarie, dico solo che vanno esaltati gli eroi di questa Nazione (e sono tanti, soprattutto quelli quasi sconosciuti) e non i personaggi che si sono macchiati di crimini vari, sia in modo diretto, sia in modo indiretto. La legge è la base di uno Stato, le condanne come le assoluzioni fanno parte del gioco spesso amaro della democrazia.
Sento esponenti della destra (Cicchitto ad esempio) dire che con questo anniversario si deve chiudere un periodo di odio (portato avanti soprattutto dalla sinistra) che ha ammorbato la vita politica degli ultimi dieci anni.
Io ricordo solo che un’intera classe politica per 20 anni si è arricchita alle spalle degli italiani e che gli amici e collaboratori del leader socialista hanno confessato e pianto davanti ai magistrati per furti che sono scritti e raccontati in decine di migliaia di pagine di documenti giudiziari. Non dimentichiamolo. Non si tratta di clima dell’odio e neanche di giustizialismo, si tratta di ricordare la legge e la verità storica. E in questo caso non si può neanche dire che la storia la scrivono i vincitori, al governo ci sono i figli del Craxismo, purtroppo.
Tutto il resto sono chiacchiere e retorica e la frase “tanto tutti rubavano” va bene per le discussioni da bar, non va bene per scrivere i libri di storia.