Dallo schema dello studioso evoluzionista Alastair Clark (libro di prossima pubblicazione, via Repubblica.it) … Cito parti dell’articolo e commento.
[…] Non importa da quale parte del mondo provieni né qual è il tuo grado di sensibilità. Si ride e si sorride sempre per i soliti otto motivi, da nord a sud del pianeta […]
1 … Il primo della lista è quello della “ripetizione positiva“, ovvero quella ripetizione continua di una frase, un gesto o un’intera scena che ritroviamo nel cabaret e che appartiene allo spettacolo fin dalle origini della commedia. In una parola, un tormentone.
Ripetere continuamente che: L’Italia non è in crisi, gli Italiani devono consumare di più, oppure che “sono entrato in politica solo per senso di responsabilità” mi pare già un buon esempio di questo prima schema.
2 … il meccanismo della “qualificazione“, meno intuitivo del precedente, dove una parola familiare è detta in modo non altrettanto familiare (un esempio per tutti l’accento dell’ispettore Clouseau nel film “La pantera rosa”)
Non so, mi viene in mente: Dire sempre Padania invece che “Nord Italia”…
3 … Il terzo schema è quello della “ricontestualizzazione qualitativa“, che si presenta quando qualcosa che conosci bene viene stravolto o ridicolizzato. In questo caso può trattarsi anche di una situazione scollegata dal mondo dello spettacolo, di vita quotidiana, come ad esempio il nuovo taglio di capelli di un amico che di colpo somiglia a un carciofo.
Dalle nostre parti direi il taglio di capelli di Brunetta, ma anche quello di Schifani, un ex riportino, che rimane indelebile nella nostra mente.
4 … Lo schema dell'”applicazione” è quello del doppio senso, vale a dire quando parole o intere frasi hanno un significato ambivalente.
Da noi c’è uno che dice che il “piano per la casa” aiuterà “a creare più occupazione”… Cemento che occuperà lidi, coste, città, fiumi, …
5 … Poi gli schemi della “fine“, quando cioè è il pubblico a dover completare con la propria immaginazione il senso di una frase o di uno scenario,.
Qui gli esempi si potrebbero sprecare, vi invito a pensare quante cose possono venire in mente pensando ai nostri politici, di tutti i partiti…
6 … Della “divisione“, che si ha quando una situazione viene interrotta e ripresa da più persone.
Porta a Porta? Ballarò? Da Santoro? Tutti meno che al TG4, dove non è concesso il contraddittorio.
7 … E dell'”opposizione“, che include tutto ciò che è riconducibile all’ironia e al sarcasmo.
Ironia e sarcasmo rimangono solo nostre prerogative, i politici usano di più l’italianissima “presa per culo”.
8 … Infine, Clarke segnala lo schema della “scala” che si incontra quando prendiamo qualcosa e lo riproponiamo in dimensioni totalmente diverse. L’oggetto rimane lo stesso ma è appunto la scala dimensionale a cambiare, creando un disorientamento che stimola il nostro cervello.
Beh, il mitico “tesoretto”… Prima sembra piccolo, poi è grosso, poi è ancora piccolo… Dipende da come lo guardi. A volte esiste, altre volte non esiste… un oggetto miracoloso insomma.
Non so però quanto questo stimoli il nostro cervello. Di certo stimola la nostra “noia”.
Continua l’articolo… “Secondo gli studiosi questi schemi potrebbero aiutare sceneggiatori e cabarettisti a migliorare la qualità di film, spettacoli teatrali e sketch di improvvisazione. E magari anche la nostra vita privata, evitandoci l’imbarazzo di raccontare una barzelletta che, non rientrando in nessuno degli otto modelli, non farebbe ridere nessuno.”
Io aggiungo… Questi schemi sono utilizzati dai nostri politici, che già da soli sono una barzelletta.
E noi li votiamo anche in massa. Siamo un popolo di goliardi.