Pensieri di fine settimana. Cosa scrivo?
Potrei parlare del vuoto nella mente di alcune persone che mi circondano. Potrei, ma non ne vale la pena.
Potrei disquisire sulla mia intolleranza verso il Sodoku… Ma mi metterei di fronte al fatto che non riesco a capire un giochino che dovrebbe essere alla portata della mia intelligenza analitica e vagamente informatica.
Potrei discutere delle vicende legate al TAV in Val di Susa, ma evito. Perché non conosco tutto quello che sta succedendo e non vivo in Val di Susa. Limite che dovrebbe costringere non solo me ad evitare di dire stronzate sulla vita degli altri o sulla crescita economica del sud-ovest del mediterraneo. Oggi Casini ne ha parlato e mi sono irritato molto (ma il presidente della Camera non dovrebbe mantenere un atteggiamento di solerte e indiscutibile imparzialità?). Evito quindi di pensarci (ma tendenzialmente sono a favore della salute e dell’ambiente e a favore del progresso intelligente).
Potrei parlare della neve che non arriva e che farebbe tanto bene al mio umore. Potrei, ma mi butterei in considerazioni banalissime del genere “la neve mi mette tranquillità, la neve mi rende felice, ma che dramma quando si forma tutta quella fanghiglia nerastra per le strade”.
Parliamo della targa di Bich. Si la targa che commemora Marcel Bich (io l’ho scoperta solo oggi leggendo un trafiletto su La Stampa). Il papa’ della penna “moderna” è Torinese. E io non lo sapevo. E quasi nessuno lo sa. E’ nato alla Crocetta agli inizi del 900 ed è sempre stato considerato un inventore francese… il solito paradosso sabaudo. Che bello sarebbe un monumento a forma di penna a sfera in una delle nostre piazze (magari in mezzo ad una delle mille rotonde del cazzo che son nate in questi gioni)… Ma noi torinesi siam così. Genuflessi su noi stessi come direbbe un mio vecchio professore di Fisica calabrese. Sempre pronti a nascondere tutto, per paura di apparire troppo creativi.
5 commenti
hai parlato della TAV!!!! 🙂
l’ho fatto per te amore… 😉
finocchia! 🙂
Vedi qui.
…ad ogni modo anche Genova è un po’ così. Si ricorda dei suoi “figli grandi” (nel senso di importanza) solo quando sono morti in città lontane dove erano stati costretti ad “emigrare” (Colombo, Paganini, Montale, De Andrè…) ;-*
Hai chiamato la neve ?! Bè sarai contento no? Qui ci ha letteralmente
coperti!! ( casini a Milano città purtroppo e anche sulle strade)
PS Anche io intollerante al Sudoku molto meglio la settimana enigmistica