Alcune giornate iniziano male. Arrivo al parcheggio sotto casa e trovo una copia in ghiaccio della mia autovettura.
Una macchina tutta di ghiaccio bianca cristallina, con sfumature azzurre. Dopo un po’ mi accorgo che è la mia auto. Inizio a scalfire la portiera con la piccozza (sempre in dotaziona all’urban man) entro e la metto in moto per farla riscaldare. Con l’apposito raschietto inizio a pulire i vetri (ovviamente buttandomi il ghiaccio tritato addosso)… L’operazione dura una decina di minuti. Di fianco a me una donna inferocita è disperata: sta sbrinando la macchina dotata di tutto il necessario, ma presa da uno strano raptus nervoso, oltre ai vetri, noto che pulisce anche parti intere di carrozzeria. E’ praticamente accasciata sul cofano e tra mille insulti e bestemmie si dimena nel vano tentativo di scalfire la dura corazza di ghiaccio
(mi fa venire in mente un’altro episodio, in una mattinata simile, di un ebete che cercava di pulire i vetri con la tessera del bancomat e rido).
La guardo un po’ e poi prendo l’auto (ormai a temperatura interna sopportabile per un essere umano) e schizzo via.
Alla nuova diabolica iper-rotonda vicino a casa (nota per essere la più grande e stretta del mondo) trovo il kaos più assoluto. Tutti hanno fretta di andare da qualche parte, la gara non prevede vincitori, il più lesto ad entrare nel fiume interminabile di lamiere ed uscirne illeso ha in cambio la vita e un passaggio in meno dal carrozziere.
Mi avvicino calmo calmo e subito un SUV nero (li amo!) mi strombazza a 10.000 decibel. La teoria del temerario guidatore dietro di me è… “se tu ti butti dentro la rotonda e muori fermi le auto e quindi io passo”. Non può che essere quella.
Il traffico oltre la rotonda è tantissimo. Un delirio di gente che sfreccia a velocità inaudite.
Il povero pulisci vetri di corso Peschiera rischia di essere stirato un paio di volte allo scattare del verde. Lo guardo nello specchietto e mi accorgo che ormai con rapidi movimenti d’anca e piccoli passetti laterali stile torero è in grado di schivare le macchine con incredibile savour fair.
Al mezzo circuito, più o meno all’altezza di Piazza Statuto è in testa una Punto Blu, tallonata da una Yaris grigia (dio che nome della balle) guidata da donna super competitiva. Le persone al passaggio pedonale non camminano, corrono, e anche veloci. Un po’ per la fretta e un po’ per il terrore.
Il Bus 72 fa una leggera svolta a sinistra verso via Cibrario bloccando il flusso sulla sua sinistra e causando due malori, un collasso e centocinquanta bestemmie da parte di un guidatore di Audi 4 con vetri oscurati.
All’imbocco di Corso Umbria sono quarto, mi tallona sempre la Punto Blu, che però al semaforo, sfarfallando i fari, mi sorpassa facendo perdere le sue tracce in direzione nord. La gimcana (Andretti) davanti al Centro Sportivo Dora è ancora lontana, non posso farcela, giro sulla tranquilla via laterale e mi lascio stancamente trasportare verso il parcheggio dell’ufficio.
Esco dall’auto, faccio un sospiro e mi chiedo … Ma chi cazzo ce lo fa fare?????
2 commenti
Effettivamente, chi cazzo ce lo fa fare?? Racogliamo i pochi risparmi che abbiamo ed andiamo a vivere in nicaragua!
Io la mattina in auto proprio nn riesco a starci, sono obbligato a prendere il pullman per lamia salute fisica e mentale! 😀
Girare per la città in auto è un delirio, non t’invidio per nulla le poche (per fortuna) volte che mi tocca entrare a Milano per commissioni esco stressata e felice di aver scelto di andarmene