Capita che sei in metro. Poca gente. E’ il venerdì prima di Pasqua.
Capita che senti una musichetta famigliare e una serie di urletti “digitali” che ti ricordano qualcosa.
Ma sei solo nella carrozza. Da dove arrivano?
Poi ti accorgi che non sei proprio solo e che di fianco a te, a qualche metro di distanza c’è una signora sulla sessantina che ti da le spalle.
Poi ti accorgi anche che quegli urletti e quelle musichetta ti sono famigliari perché sono collegati a uno dei tuoi video games preferiti.
Guardi nella tasca l’iCoso e non è lui che emette quei suoni. Ti viene anche in mente che possa essere l’iCoso più grande che è in borsa, ma ti ricordi che è spento.
Allora la realtà diventa meraviglia e stupore.
Vuoi vedere che la signora che mi da le spalle. No… Non è possibile.
E invece.
Angry Birds volano allegri nel suo iPhone e lei sorride contenta.
Peccato che qualcuno non fosse stato lì presente per farmi una foto.
(a lato: il digital divide generazionale si sconfigge anche con il gaming, non ho alcun dubbio e mai l’ho avuto)