Una volta c’erano i blogger…

indien siouxPrimo post dell’anno. Beh, no… non è proprio vero. E’ dalle 7 di questa mattina che scrivo in qualche modo sul web.
Ma ovviamente stiamo parlando dell’ “altro web”, quello social, quello ormai dominante. E’ inutile dirlo, ormai lo diciamo da anni, e lo ripetono anche i big e in non big: i blog non vanno più di moda. Forse non sono morti, ma non è che se la passino proprio tanto bene.
I lettori diminuiscono (non conto neanche quanti accessi ha perso il mio blog perché un po’ mi viene tristezza) e molte “scatole” dove prima si parlava, ci si linkava, ci si citava e commentava non esistono quasi più. In alcuni casi stiamo parlando addirittura di tecnologie diventate obsolete, come i feed dei post… (io è più di un anno che non apro il mio feed reader). In alcuni casi molti utenti “normali” manco sanno cosa siano i feed RSS, e forse è un bene, non è che fosse poi una tecnologia così avvincente e partecipativa. Anzi.
Quindi? Quindi l’anno che si è appena concluso è stato indubbiamente l’anno di Twitter, di Pinterest, di Instagram e ovviamente di Facebook, tanto odiato e tanto amato.
La gente è tutta lì e a differenza degli esordi della blog mania (circa 10 anni fa) è gente normale, è un popolo che dialoga e non è una micro élite che parla di cose tecnicose e difficili. Infondo è quello che volevamo tutti, tutti meno l’élite forse (anche se a parole ci prodigavamo in frasi tipo “manca la massa critica” oppure “dobbiamo rendere il blog un fenomeno di massa”, ma non ci credeva nessuno).
Ora siam qui, in un limbo un po’ strano, con i nostro blog sopravvissuti (quello che state leggendo è nato su Splinder (defunto a inizio 2012) a maggio del 2003 per poi migrare nella forma attuale nel 2005). Siamo una specie di tribù di sopravvissuti che si legge nel loop degli status di Facebook o nei link di Twitter. Una cosa un po’ buffa, un po’ paradossale.
Ci chiuderanno in una riserva, saremo in pochi e continueremo.
E la frase sarà: “una volta c’erano i blogger, tanti anni fa e bloggavano liberi nelle praterie del web, senza sapere cosa fosse un like o un +1.
Buon 2013 a tutti i lettori di questo piccolo blog e ai blogger sopravvissuti. 
Resistiamo.

 

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20 commenti

  1. Abbiamo iniziato il blog praticamente insieme. Proprio contemporaneamente,
    Quello che trovo strano in questo bel post è il concetto che sui SN e specie su FB ci sia la “gente normale”. Un po’ come se noi non lo fossimo (stati). Eravamo “una micro élite che parla di cose tecnicose e difficili”? Non credo proprio. Io parlavo della mia vita di tutti i giorni, e così la maggioranza degli altri bloggers, a quanto ricordo. La “specializzazione tecnica del blog” è stata una teorizzazione secondo me fittizia che qualcuno tra gli espertoni -che non sono mai mancati…- ha propagato all’inizio di FB.
    Inoltre (se ricordi scrissi “I Blog e la visione fideistica della Rete”, ora mi spiacerebbe che si sviluppi anche “una visione fideistica” di Facebook”), parlare di “un popolo che dialoga” a proposito di FB mi pare una tesi anche in questo caso troppo ottimistica, perché mi sembra che abbia solo amplificato la possibilità di scrivere in tempo zero qualunque cosa pur di schiacciare la tastiera, e, nell’immediatezza, opportunità di litigio e di flames che sul blog avevano un certo ritmo ancora riflessivo: su FB hanno un’escalation praticamente immediata.
    Ho solo recentemente imparato a lasciar cadere il discorso di botto quando capisco che stiamo arrivando all’insulto. Ma fa tanto male al fegato.
    In ultimo, uso anche io il link automatico ai mie posti che vengono quindi rilanciati su FB. Noto con grande tristezza che le persone commentano direttamente lì, e non sul blog. Poi non lamentiamoci se il traffico nei nostri commento blog è crollato.
    Sinceramente il paragone con la “riserva pellerossa” non mi dispiace.
    Fermo restando che non credo affatto che quel che scrivevamo sul blog fosse più elitario.
    Io continuo a scriverlo sul blog soprattutto perché trovo FB inadatto a un minimo di respiro di riflessione (anche mentre scrivo: L’insuccesso delle “Note” su FB parla chiaro!) e trovo la politica di FB sulla proprietà intellettuale di quello che pubblichiamo lì quantomeno riprovevole.
    Non a caso, appena approdato su FB scrissi un testo pubblicato in un antologia dal titolo “Facebook come… Dissipazione del tempo”.
    Prova ad ottenere su FB una risposta articolata complessa come questa…
    Cari saluti, Axell!
    🙂

  2. una premessa (nonostante tu sia persona informata sui fatti): se io ho un blog è per “causa” tua.
    detto questo non capisco molto il tuo discorso. non ho mai considerato avere un blog un “fatto di moda”, né tanto meno ho mai pensato che si dovesse rendere il blog un “fenomeno di massa”. e nemmeno ho mai pensato che dovesse essere circoscritto ad una elite di soggetti affetti da nerdismo o geekitudine. né ho mai giocato al “mi si nota di più se chiudo il blog o se invece rimango”.
    probabilmente il “problema” è solo quello della visibilità. è meglio essere in cento posti che in uno. è meglio ricevere duemila mi piace che un solo commento. (ai quali peraltro nemmeno ci si dà più pena di rispondere)diecimila contatti/amici/follower che un’ottantina, un centinaio se va bene. . non critico, constato.
    ma allora non “lamentiamoci” della scomparsa dei blog se ne siamo i primi artefici.
    io nel mio piccolo piccolissimo continuo ad esserci. chi lo volesse sa dove trovarmi, splinder o non splinder. l’altro problema però è quello della pigrizia. io continuo a scrivere cose più o meno interessanti o noiose, quanto prima. però.
    però non ci sono più i link, non si leggono più i feed, e insomma – anche tu – non sei su facebook, non twitteri, non filtri il mondo che ti circonda come fanno tutti e allora che pretendi … – mi pare di sentire in sottofondo – se ci si dimentica di te è naturale, perdio, sei tu che non collabori …

    baci e buon anno axell

  3. sorrido.
    i “vecchietti” si ritrovano!
    buon anno will!

    (parafrasando morselli avresti potuto titolare il post “dissipatio FB”)

  4. Ma io non ho scritto che i blog erano solo “élite” o almeno non intendevo questo.
    Intendevo che comunque eravamo pochi, pochissimi rispetto ai tantissimi che ora sono sui social media e dialogano con messaggi di stato…
    Nel 2003 i blog erano meno di 100.000… ora gli utenti FB sono intorno ai 23 milioni…
    Concordo sul fatto che siamo noi stessi gli artefici della morte o meno dei nostro blog.
    Il mio rimarrà sempre, forse meno linkato, forse meno aggiornato, meno commentato ecc. ma rimarrà perché è un mio luogo. Una stanza della mia vita che non ho nessuna voglia di alienare…
    Un bacio a Elene a William! 🙂

  5. Ehilà! Ma vedi, almeno qualcuno sul tuo blog ci commenta…
    Per me è un po’ come dici tu, anche se condivido la posizione di will che giustamente dice “io sul blog ci parlavo di cazzi miei”. Per me è sempre stato quello, forse un palcoscenico non troppo rischioso dove mettere in scena le mie ossessioni personali. Ma questo era anche il web 1.0…
    Detto ciò, io mi sono sbloccato dopo un paio d’anni di aridità e ho ricominciato a scrivere qualcosa di più di un aggiornamento di stato, e ne sono molto contento.
    Buon anno, fratello blogger
    P.

  6. Ciao.
    vedi arrivo qui, per la prima volta perchè william ti ha linkato su FB.
    Faccio alcune osservazioni, alcune contaminate da un’eventuale fastidiosa sboroneria, che cercherò di controllare.
    ho aperto un blog su una piattaforma schifida, kataweb, nel lontanto 2006 e quello è andato avanti in crescendo costante. I commenti sono un po’ diminuiti ma i lettori sono fino ad ora stati in aumento. Un tempo me ne sono fottuta di svariate tecnlogie a cui anche tu alludi nel post, e ora me ne fotto di twitter e altre svariate cazzate. Uso fb per promuovere il blog e funziona gran bene. Con il tempo il blog ha regredito sempre di più da una dimensione privata – anche se rimane sempre – ed è rimasta la dimensione culturale, si è anzi ampliata. Decodifico perciò l’incrocio delle curve dei commenti con quella dei lettori, con una lettura diversa dalla tua: io ho messo delle regole per cui la dimensione social del mio blog è un po’ castrata. Io non scrivo per fare amicizia, anche se poi sono arrivate tante belle amicizie anche nella realtà, ma tecnicamente il blog è roba mia e ce l’ho per me per cui se vieni ti adegui, quindi i commenti da un po’ di tempo a questa parte sono molto irreggimentati. In secondo luogo ho smesso di fare attività sociale su altri blog, e ne commento di pochissimi, e credo che questo non dipenda da altro che dalla fisiologia del blogger di lungo corso – che se stufa, e pensa di non averne più bisogno.
    A quel che mi ricordo io, quando iniziai, la blogosfera mischiava moltissimo – la funzione sociale con la funzione della qualità creativa e riflessiva. E c’erano davvero – come ce ne è ancora, un sacco di blog che hanno tutto il diritto di esistere ma sono interessanti meno di zero. I blog delle mamme per esempio – io ho un figlio ma eliminatemi quando indugiassi nel dentino centrismo – i blog delle persone che scrivono che la mattina se so lavati i denti, e poi uh quanto traffico e ah. Forse, questa parte della blogosfera si è contratta, e ha trovato posto nei social network, che mi sembra una cosa comprensibile. Nè bella nè brutta. Ci sono profili fb dove ci si scanna, e profili dove no, perchè la rete non migliora le persone, non le peggiora, le traduce per iscritto. Ma mi pare giusto che se vonno chiacchierà annassero in un posto ndo se chiacchiera. Continuano a resistere e vanno anche bene, i blog che trovano nella struttura del blog la forma adatta a lavorare in un certo modo sui contenuti, però abbi pazienza, a prescindere dalla qualità – che a sto monno c’è posto per tutti – continuano a sopravvivere quelli dove la persona che li gestisce ci prova, investe lavora e ha l’entusiasmo dei primi giorni. Invece a tanti, e anche questo per i non grafomani mi pare pure normale, questo entusiasmo passa, questa voglia di dire scema, e ci si vende meno bene.
    Quindi io ti dico, tieni acceso il tuo entusiasmo, lassa perde la sociologia della rete, e twitter e cazzi e mazzi, sse tieni vivo l’entusiasmo il blog vive. Se muore, è perchè il blogger sta morendo per far posto ad altro, ma non so quanto ci entri il sistema.
    Buon anno!

  7. Beh questo post e i suoi commenti stanno a dimostrare che esistiamo ancora come esseri pensanti e come comunità. Poi ovviamente il tempo cambia tante cose… E’ inevitabile.
    Un caro saluto a e.l.e.n.a., Pietro (blogging age) e Zauberei, una persona fantastica che ho conosciuto invece su FB. Quindi FB qualche aspetto rimarchevole ogni tanto lo sfoggia.

  8. L’argomento e’ interessante e, se permettete lo condivido su facebook 🙂 .
    Non sono mai stato un blogger e sono un moderato utente facebook, pero’ quando noto dei cambiamenti tecnologici oppure cambiamenti nella nostra cultura, mi si drizzano le antenne.
    Ho la sensazione che ci sia un filo logico da seguire e che potrebbe portare a considerazioni important. Per esempio la relazione tra blog e social network; oppure il cambiamento di abitudini da parte degli utenti web.

  9. Anch’io ero su Splinder, poi ho traslocato. Pur non avendo resistito alla tentazione di FB, continuo testardamente a mantenere aperto il blog, almeno un post al mese, convinto che si tratti di un momento comunicativo diverso dal famoso social-network, più “pensato”, meno “fast-food”. Probabilmente è un mezzo destinato all’estinzione, ma è sul blog che ho conosciuto persone eccezionali, sparse in tutta Italia, che poi ho anche incontrato personalmente; con certi contatti Facebook a volte ci si incontra e non ci si saluta nemmeno…

  10. Mi sembrano due forme di comunicazione diverse, subordinate alle diverse intenzioni di chi scrive, in funzione sia dello scopo che dei destinatari della comunicazione.

    Nel blog si investono maggiori energie espressive in una struttura che mi pare più organizzata, completa e analitica. La comunicazione risulta mediata, ma destinata a rimanere, anche nella memoria.

    Nei social network ,che conosco molto meno e mi disorientano un po’, mi pare prevalga la sintesi, una comunicazione immediata, più fruibile e accessibile a tutti ma forse anche più frammentaria e transitoria che però induce a commentare di più, a volte anche solo per lasciare traccia della propria presenza con un like o 1, a prescindere dai contenuti.

    Personalmente preferisco seguire i blog e scrivere in uno spazio più raccolto, dove c’è meno confusione, anche se ho l’impressione che le discussioni si sviluppino di più altrove e il difficile, per chi è poco esperto come me di socialmondi, è capire dove 😀

    Buon anno a tutti e ai blog !

  11. Beh, io ho iniziato a febbraio 2003, sempre su Splinder, e quindi sono vicino al decennale.

    Per me il blog non è MAI stato fonte di lavoro, di self promotion o cosa. È sempre stato un posto dove parlare di me, di quello che mi piace, di cose che ho piacere che tra un tot possano servire ad altri come sono servite a me.

    È il mio piccolo “do” affinché “ut des” … che mi pare essere il sale della Rete, intesa come luogo di incontro delle esperienze più svariate.

    Cenni di questa filosofia come minimo comune multiplo di molti di noi c’erano in Jaiku, FriendFeed e Google (oggi), ma penso che ciascuno di questi se non declinato in uno spazio proprio al 100% (che sia un blog o un Tumblr) abbia un vero senso.

    Buon anno e a rileggerci!

  12. Anche se mi considero un novizio (solo 2 anni fa aprii il mio blog su Splinder, poi spostatomi su WordPress) mi ritrovo con tutto quello che hai scritto e credo di essere uno dei pochi “nuovi” blogger con una concezione vecchio stile… ovvero me ne frego di facebook e simili (anche se noto che mi “linkano” molto su FB). Apprezzo invece l’aver creato un’elite di lettori affezionatissimi da intrattenere e con i quali dialogare. Non credo potrei desiderare di meglio.

  13. Arrivo in questo post dai feed RSS mediante Flipboard. Sono antico e moderno contemporaneamente. Poi ti rilancio su twitter. 🙂
    Io nel tempo ho trasformato il mio blog in quello che doveva essere all’inizio: un photoblog puro. E grazie ai Social Network trovo ancora un discreto riscontro. Ma quello che noto é che nascono (e muoiono) ancora tanti blog. Il blog é sulla via del tramonto per noi della vecchia cricca ma se ti guardi intorno troverai ancora tante cose e tanta gente nuova: allarga i tuoi orizzonti.

  14. Come dice Samuele… Tutto si evolve, tutto ritorna. Io per dire dopo un anno di chiusura del blog mi sono aperto un tumblr che (al momento) mi sembra la soluzione migliore per le mie esigenze di condivisione.

  15. Ti leggo via reader di Google, quindi i feed esistono ancora e sono utilissimi per aggregare.
    Ho il blog da tempo, anche se oggi è bloccato perché ho rinnovato il dominio, ma non lo spazio web. Mi ha fatto piacere rivedere facce di blogger che seguo o seguivo a tempo nelle risposte.

    Mi hai fatto venire una voglia matta di riaprire il mio.