La magia.

Nessuna magia, non riesco più a farne. Da un po’ di mesi ormai…
Forse perché nessuno me le chiede più… O forse perché ho esaurito un po’ le mie energie. I miei super poteri.
Passo spesso da profondi stati di ebrezza e gioia a profondi stati di frustrazione e incazzatura. Sono diventato un po’ instabile.
Eppure sono settimane che non tocco un dito di criptonite.
Ho sempre chiesto molto a me stesso, ho sempre dato forse più di quello che avrei potuto o dovuto dare.
Il mio fisico ne ha risentito.
La mia mente pure.
Questo è uno di quei momenti in cui conviene fermarsi, pensare, ricaricare le energie e trovare nuovi equilibri, sapendo che senza magie (io) non posso andare avanti. È un gioco che faccio con me stesso, è una prova per dimostrare che posso sempre superare dei limiti, con coraggio e abnegazione, per andare oltre il tempo, per superare quell’handicap che la natura mi ha regalato e che a volte diventa un ostacolo davvero difficile da alienare. Ci convivo da quando avevo 16 anni. Mi ha bloccato, limitato, danneggiato, ma alla fine (per ora) ho sempre vinto io.
Ma non è solo questo, non è solo il mio “limite biologico” (che spesso è anche fonte di dileggio), è che le battaglie lasciano ferite profonde e anche chi ha la pellaccia dura come la mia fa fatica a rialzarsi. Ho tutto il costume da super eroe spiegazzato e tagliuzzato. Ci vogliono delle toppe. Meno male che sono figlio di mamma sarta, qualche rammendo lo so fare anche io.

Sorrido.
Ho sempre pensato che sia l’arma migliore.
Insieme alla passione, alla curiosità e all’intelligenza, di cui certo non difetto.
Sorrido e penso.

Ma ho bisogno della magia. Disperatamente.
La troverò di nuovo, di questo son sicuro. Intanto osservo e penso.
Riposo, rifiato e rammendo.

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