Lezioni all’aperto, ieri, davanti alla sede della RAI, per gli universitari torinesi. L’iniziativa di protesta, decisa dall’assemblea «No Gelmini», «è solo uno dei modi – spiegano gli universitari – per esprimere la nostra contrarietà alla contro-riforma Gelmini, che coinvolge per intero il mondo dell’istruzione pubblica, dalle elementari alle scuole medie inferiori e superiori, all’università e al mondo della ricerca» (La Stampa – Torino)
Non esprimo pareri particolari su quello che sta succedendo.
Ovviamente sono contro la riforma e contro l’atteggiamento della Ministra, che oltre ad essere autoritaria è anche parecchio antipatica. Ma trovare qualcuno simpatico nel governo di Silvio è un po’ complicato.
La cosa sicura è che la scuola va riformata, ma senza tagliare in modo indiscriminato e sulla base di “principi” poco chiari e spesso poco condivisibili.
Anche l’Università non è messa bene. Non è messa bene da anni.
Ho iniziato ad insegnare nella bellissima sede di Ivrea, un posto bellissimo, efficiente e popolato da belle persone. Ovviamente ora la sede è stata riconvertita e pesantemente ridimensionata. Mancanza di fondi, di idee, di studenti. Il gatto che si morde la coda. La prova provata che anche le belle cose vengono annullate. Quelle “grigie” rimangono in piedi per decenni immutate.
Ci sono vari problemi. Non basta un post per descriverli e molti di voi li conoscono bene.
Potrei dire che molti insegnanti a contratto prendono una media di 1200 euro lordi (all’anno). L’impegno deve essere in linea con quello degli altri corsi, ma la retribuzione praticamente è inesistente. Di fatto la maggior parte del corpo docente è in questa situazione. Molti, come il sottoscritto, prendono questa cosa come una missione, ma in realtà è un atto di volontariato.
Non dovrebbe essere così.
L’Università ha dei problemi. Gli studenti hanno dei problemi. Ma a volte sono gli studenti stessi ad essere un problema. Andrebbero in parte riformati… No. Non è una semplice provocazione. Mi trovo spesso davanti persone svogliate, poco interessate, che percepiscono l’Università come fosse la raccolta punti del supermercato, solo un po’ più difficile e pallosa. Ma non è colpa loro se il meccanismo dei crediti è una boiata e la separazione in due lauree (quella “magistrale” e quella “specialistica”) un meccanismo perverso quanto inutile.
Non è colpa loro se al 90% non sanno scrivere in italiano una tesi o se la copiano quasi integralmente da Google / Wikipedia. Non è colpa loro se spesso, a vent’anni si fanno spalleggiare (ancora) dai genitori come se fossero al Liceo. Non è colpa loro. Forse.
La situazione non è buona. Ma la cosa che spaventa di più è la qualità delle persone coinvolte. La scuole è lo specchio della nostra Società, no?
Pessimi politici, professori lamentosi e spesso colpevoli di inerzia, studenti arroganti, pigri e poco interessati a “crescere”.
La situazione non è buona soprattutto per chi cerca invece di mandare avanti la baracca e ha a cuore i bambini, i ragazzini, i giovani che proprio a scuola (se vogliono) possono imparare come si diventa adulti in un mondo di adulti.
Per essere buoni adulti non basta, ma una buona scuola è già un passo importante.
Non possiamo vivere in un paese governato da tronisti.
3 commenti
Mi piace il fatto che anche tu vedi in Uomini e Donne e Maria De Filippi, le icone del degrado sociale italiano. Lo avevo scritto qualche giorno fa anche io e ne sono fermamente convinto.
Fra parentesi, da quel link leggo che una tal Natalia “Cerca un uomo non necessariamente bello, non troppo curato anche un pò selvaggio…” (” pò ” rigorosamente con l’accento in stile T9 e non ” po’ ” con l’apostrofo come si dovrebbe scrivere…). Dico io: non c’è mica bisogno di andare in tv per trovarne uno così! Basta andare nel primo cantiere edile di muratori stranieri in nero.
L’esempio più calzante per la scuola italiana proprio il gatto che si morde la coda.
Tutto nasce dal non investire nell’istituzione scuola, ma volerla trasformare in un’azienda, dove solo chi produce vive.
Il che non sarebbe sbagliato, rispetto ad avere un buco nero in cui buttare soldi, ma genera per forza un abbassamento degli standard che va dalle elementari all’università.
Se ogni istituto per vivere deve produrre, dovrà sfornare quantità di studenti da passare ai gradi successivi. Ovvero promuovere acriticamente cani e porci, perchè il sistema possa continuare a vivere.
Purtroppo tutte le riforme tentate finora hanno solo peggiorato la situazione.
Col risultato di avere il paese pieno di “laureati” disoccupati e ignoranti, ma con laurea specialistica e master.
Bellissimo post. Aggiungo del mio sul blog così ne approfitto per scrivere che finisce se no che scrivo solo commenti in giro.