I trasferelli di Vichy il Vichingo

trasferelliQualche giorno fa mi sono recato per acquisti natalizi in una nota storica mega cartoleria torinese.
Dopo tanto girovagare in mezzo a cose nuove (poche) e cose antiche (tante) ho bloccato il mio sguardo davanti ad un pacchetto di foglietti trasparenti svolazzanti e resi giallognoli dall’antichità e dalla polvere.
Mi sono impietrito davanti ai “trasferibili”. A qualcuno probabilmente questa parola non dirà nulla. Per qualcun altro si aprirà una voragine collegata direttamente con il passato: i meravigliosi anni ’70 e ’80.
Non voglio neanche pensare quante volte ho grattato quelle pellicole di plastica trasparente per ottenere scritte, fumetti, etichette per musicassette… I trasferibili che rubavo a mia sorella geometra erano la mia passione. I primi caratteri tipografici. I primi font “analogici”…
Esisteva anche una versione “fumettosa”: i trasferelli. Qualcuno se li ricorda? Colorati e allegri servivano a riempire scene di cartoon o quadretti che erano generalmente privi di personaggi. Io li usavo per impiastrare pareti, mobili, libri, quadri, sedie…
I trasferibili… I trasferelli… Ahhh che nostalgia!

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8 commenti

  1. puoi pure dire “anni settanta”, visto che i Trasferelli c’erano già. a casa mia uno dei muri conserva ancora un frammento di trasferello: l’ascia di un boia del castello.

    era uno dei miei passatempi. poi purtroppo è arrivata la crisi e l’ultima volta che ho sentito questo magico nome è stato su una satira relativa al lavoro precario….

    che tempi…. che tempi….

  2. Li hanno rifatti, alla libreria della coop vendono quelli della disney…io ho preso quelli di Cars per il mio piccoletto (tutte scuse, li ho presi per me)

  3. certo che me li ricordo….
    ne ho usati tantissimi anche io,
    ma se mi dite che si trovano in giro li ricompero!