Uno stick a 50 lire

GalileoA me infondo la Lira piaceva tanto, ma proprio tanto. Se tornasse quasi quasi sarei contento.
L’euro mi ricorda i soldi del monopoli, mi sembrano soldi finti. E poi sono viscidi, scappano di mano… Sembra che stiano buoni buonini nel portafoglio o in banca e -tac!- in men che non si dica  non ci sono più. Fuggiti. Evasi. Evaporati.
Poi ci sono alcune banconote misteriose. Quelle da 100, da 200, da 500 euro ma chi le ha? Chi le usa? Servono solo per il traffico di droga o per le zoccole (pardon, volevo dire excort) d’alto borgo.
Se ti presenti alla cassa del Carrefour con una banconota gialla minimo chiamano la digos e in men che non si dica sei circondato da cani antidroga.

La Lira aveva fascino. Secondo me profumava persino (puzzava un po’ a dire il vero).
La Lira era la mancia (musina) della mia nonna: un bel foglio da 10.000 lire. Azzurro con Alessandro Volta e il colletto tipo Mazinga.
Una vacanza erano un paio di Caravaggio… Ora con 200 euro non vai neanche a Borghetto Santo Spirito.
Poi c’erano le monete. Sicuramente più utili di quelle insignificanti dell’Euro, quelle che se non fai attenzione ti entrano nei pori tanto sono piccole.

Con 50 Lire da bimbo compravo lo stick davanti a casa. Chimico, ma buono.
Con 1000 Lire un Topolino.
Con 700 lire il biglietto del bus o il giornale o un chilo di pane.
E la domenica con 3000 lire si andava all’Odeon a vedere la replica della replica di Rambo II.

Son cose.

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