La Nazione dei furbi

Diciamo che in questi giorni, ormai di piena campagna elettorale, siamo subissati di schifezze. Le sentiamo proprio tutte.
I media nostrani, che non eccellono sicuramente per originalità e professionalità, ci hanno subissato di argomenti leziosi, pallosi, spesso più gossip che vere notizie. Anche se nascondere tutto nel gossip è una strategia più che un errore.
Bertolaso, i ladri, la nuova tangentopoli, i ricatti, le intercettazioni, i furbetti, il terremoto come motore dell’economia (di alcuni), la Maddalena cementificata dagli amichetti di questo e di quello, i favori, le raccomandazioni, i massaggi, Silvio che dice quello, Silvio che dice che, Silvio di qua, Silvio di là.
Meno male che in questi giorni c’era Sanremo che con il suo “nulla” è riuscito magicamente a mascherare un’Italia squallida (spesso anche sul palco dell’Ariston a dire il vero) fatta di lustrini e brutti pensieri.
Prendo in prestito un post di Squonk perché è perfetto.

“Una volta erano i mariuoli. Oggi sono i lestofanti. Non è magnifica una lingua che ti permette di scegliere fra così tante alternative alla parola ladri?”

Siamo la Nazione del nulla. Anzi no, dei furbi. Furbi che fanno i ladri perché tanto così fan tutti. Gente che vota i furbi perché son bravi a far quello che vorrebbero far tutti. Rubare.
Ci sono tante brave persone in giro, ma per ogni brava persona ci sono almeno due farabutti.
Siamo la Nazione della Nazionale di Calcio e poco più. Alla faccia della storia, dei padri della patria e dei grandi che hanno reso omaggio a questa terra martoriata dalla sfighe. Una di queste, la più grande forse, è avere un popolo veramente di bassa qualità.

Quasi come i vestiti della Clerici a Sanremo. Quasi.

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