Esistono anche gli altri

 

In questi giorni penso che dovrebbe essere un impegno di tutti, nella vita di tutti i giorni, pensare che non siamo dei Soli intorno a cui ruotano tutti gli altri. Nella famiglia, nel lavoro, nella politica, dovremmo iniziare a comportarci come esseri umani adulti. Capire, comprendere e ascoltare prima di tutto.  Il tempo c’è tutto. È un diritto/dovere a cui non ci si può sottrarre, è il confine che segna la differenza tra persone vere e persone false, tra chi ha nel cuore il bene di tutti e chi se ne fotte, pensando che esista solo la legge della jungla. Esiste il business, esiste la ricerca spasmodica di un “io” che fatica a emergere schiacciato dalle mille avversità.  Ai “dovrebbe essere così” ma non è. Ma esiste anche il pensiero positivo che il mio bene è anche quello degli altri e che nella jungla ci si perde, non si vincono le battaglie. Che una parola in più, se sincera, è sempre meglio di una in meno.

Eppure è difficile. Io sono il primo a procedere come uno schiacciasassi. La scusa è sempre la stessa: nessuno mi capisce, nessuno rispetta il  mio modo d’essere. E alla fine nessuno rispetta nessuno.

La ragazza con cane che ieri esponeva il cartello “abbiamo fame” in mezzo al mercato della Crocetta è solo una che “non ha voglia di muovere il culo, di lavorare”? Ma cosa sappiamo di lei? Qualcuno di noi ha mai davvero provato cosa vuol dire avere fame? Magari anche lei non lo ha mai provato davvero, ma il solo pensiero che sia vero mi blocca lo stomaco.

L’anziano che esce dal supermercato con il sacchettino di mele chi è? Qualcuno sa la sua storia? Avrà avuto una incredibile voglia di mele o semplicemente non ha la possibilità di comprare altro? Posso provare ad aiutarlo? Ma soprattutto, ci ho mai pensato?

Il collega in ufficio che chiede un favore è un rompiballe o solo qualcuno che pensa di non farcela da solo?

L’amico che ogni tanto scompare nel nulla è stato inghiottito dalla vita o semplicemente pensa che bastino gli auguri di Natale per tenere vivo un rapporto?

Invecchiando forse mi sto un po’ rincoglionendo, ma non ho voglia di pensare che gli altri siano satelliti nel mio personalissimo sistema solare. Allo stesso modo però non accetto di essere io stesso un satellite di altri.

Siamo tutti uguali e abbiamo il diritto / dovere di vivere la nostra vita, ma soprattutto di consentire agli altri di vivere bene la loro. Senza porre ostacoli, ascoltandoli, ricordandosi che a volte basta un sms con scritto “Come stai? Tutto bene?” per cambiare la giornata a un amico depresso, a un collega incasinato e confuso o a un genitore che rimane tutto il giorno da solo a pensare al bel tempo che fu e al domani nuvoloso e solitario.

Se siamo Soli soli dobbiamo pensare che il nostro universo sta veramente andando alla deriva.

Che spreco, che cosa inutile. Che incredibile stronzata.

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