Citare cosa? Citare chi?

La discussione sulla mancata citazione del Corriere.it  sta andando avanti da un po’ di giorni, molti ne parlano, molti citano post altrui. Io mi limito a citare quello di Massimo che ha un innato dono per la sintesi: Massimo è schierato per la corretta citazione dei diritti d’autore on line, senza “se” e senza “ma”. Molti blogger sono schierati come lui per la citazione come dovere ancor prima che come mera applicazione della netiquette (oggetto oscuro per i media “tradizionali”). La Monna Lisa di Botero
Ma, e secondo me c’è un “ma”, siamo così sicuri che questa cosa abbia un senso? Siamo così sicuri che sia possibile citare sempre la fonte? Nel caso delle immagini di Flickr “rubate” dal Corriere ok (forse). Ma la fonte nei media sociali è un concetto molto labile. Molto molto labile. Gli stessi post che parlano di questo argomento sono tutti originali, la fonte chi è? Chi è che ha per primo tirato in ballo la questione? Ok. Noi sappiamo trovarlo, ma il resto dei lettori ci riesce?
E poi … Ci scandalizziamo tanto per un link mancato, una attribuzione dei diritti non rispettata e parliamo di questo argomento dall’alto dei nostri hard disk pieni di Mp3 e di Divx “piratati”? Non è lo stesso, lo so. Ma ci siamo abbastanza vicini. Si tratta sempre di diritti violati, in questo secondo caso anche di proprietà, che è cosa ancor più grave. Il piccolo grande diritto di un artista/autore è stato violato e gli altri? Per gli altri non scriviamo nulla?

Io qualche tempo fa mi son trovato una mia foto che avevo su Flickr su Liberazione. In prima pagina. Ma non ho fatto molte storie. Mi sono limitato a lamentarmi, ma in un certo senso ero felice di essere finito lì, anche senza un nome o un cognome o una URL. Mi aveva fatto effetto. Non l’ho percepito come un furto.

Siamo in un periodo della rivoluzione digitale che è fatto di pochissime fragili regole, la Rete stessa è cresciuta senza alcuna regola, i software stessi sono realizzati copiando idee se non intere porzioni di codice proprietario. Le interfacce dei cellulari sono una la copia di un’altra. Le interfacce di WordPress sono clonate una sull’altra. Le copertine dei libri sono tutte uguali a quella di maggior successo per indurre in errore l’acquirente. Persino le auto (caso storico e ben conosciuto di “furto” in ambito di design industriale) sono tutte uguali. Chi è l’autore della nuova linea della 500? Non si sa. O meglio lo sappiamo, ma siamo sicuri che almeno altre cinque vetture nel 2008 saranno simili alla nuova piccola di casa FIAT. E a me la 500 ricorda tanto la Micra… Ok, anche questo c’entra poco con una semplice citazione in una gallery di foto, ma è proprio per la semplicità della cosa che dovremmo riflettere.
A Webdays nel 2004 si parlava di “morte dell’autore”… Si parlava di libri e di letteratura ok, ma anche in quel caso i dubbi e le domande furono tante, tantissime.
Chi fa che cosa nel mondo digitale è un’informazione quasi inutile. Chi possiede che cosa è un’informazione che ormai non ci interessa neanche più. Per pigrizia o opportunismo, non importa. Siamo così sicuri che la corretta citazione nel caso del Corriere.it non fosse “www.flickr.com”? Io penso di sì, forse, alla fine, era la citazione corretta. Anche perché chi è il vero proprietario di quell’immagine? Chi ne consente una grande visibilità o chi l’ha creata? Entrambi forse.

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6 commenti

  1. E’ molto interessante il discorso delle fonti anche perchè come sottolinei giustamente nel tuo post non sempre è facile risalire all’origine di una notizia. Ben diverso è quando si pubblicano opere di artisti, fotografi, pittori e tutto ciò che concerne la “produzione” artistica. Io nel mio piccolo anche se scrivo una storia di fantasia se c’è un immagine o una citazione presa da altri lo segnalo o con un link o al fondo del post. Certo è che i media tradizionali se ne fregano altamente. Io nel mio ultimo post ho inserito una foto di Aaroon Hawks di cui ho regolarmente inserito il link.E’ vero magari potevo fare come dice Massimo e “Che basta un link per segnalare contenuti interessanti che si sono trovati altrove” però la foto mi piaceva troppo e non ho resistito…
    Comunque l’immagine in questione l’avevo presa da una gallery di Repubblica.it… 🙂

  2. Mi pare regga tutto un po’ poco eh…cito in maniera sparsa:

    “Ci scandalizziamo tanto per un link mancato, una attribuzione dei diritti non rispettata e parliamo di questo argomento dall’alto dei nostri hard disk pieni di Mp3 e di Divx “piratati”? Non è lo stesso, lo so. Ma ci siamo abbastanza vicini.”

    Non e’ lo stesso campo non e’ la stessa partita, non e’ nemmeno la stessa fottutissima lega (cit. a memmoria).
    Mica la gente va in giro a far sentire l’ultimo pezzo di madonna dicendo “sentito che bella la mia nuova canzone?” o l’ultimo film con gionni depp dicendo “visto che fotografia mirabile? eh e’ stato un lavoraccio ma ce l’ho fatta alla fine”.

    Poi scusami ma il resto mi pare veramente una sbrodolata senza troppo senso.

    Mi sembra tu stai confondendo un po’ l'”idea” e l'”implementazione” della stessa.

    Cosa centra che le macchine si somiglino un po’ tutte? o che le interfacce WP siano tutte piu’ o meno simili? Mi pare che il web sia ben chiaro dove e’ nato. Mi pare che la prima 500 abbia un marchio ben preciso sopra, cosi’ come l’ultima. Poi che senso ha lamentare il fatto che il designer potrebbe non essere noto, quando, lavorando per un’azienda, e’ implicito che la proprieta’ intellettuale resti in larga misura all’azienda! Che e’ dubbio forse che la 500 sia FIAT?

    “Chi fa che cosa nel mondo digitale è un’informazione quasi inutile. Chi possiede che cosa è un’informazione che ormai non ci interessa neanche più.”

    CIo’ non toglie che un quotidiano, che dell’informazione dovrebbe averne fatto mestiere, in un caso in cui labile non era proprio per un cacchio, si sia permesso una tale “disattenzione” per l’ennesima volta.

    “Chi ne consente una grande visibilità o chi l’ha creata? Entrambi forse.”
    Ma che la Faber Castel allora ha la proprieta’ intellettuale dei quadri di chi dipinge con le sue tempere!?
    E la Fender allora? La mandiamo in causa con la Sony per reclamare le royalties di tutti gli artisti che suonano con i suoi strumenti??
    Ma la finiamo un po’ di intorbidire le acque cosi’!?

    Temo sia venuto fuori confuso e iracondo, scusa ma scrivo di fretta…

  3. Non sono proprio d’accordo.
    Fai un ragionamento più o meno corretto, niente da dire ma secondo me poni su piani simili due cose che di simile hanno poco.

    Mp3 e divX piratati e le opere di paulthewineguy sono differenti in un aspetto fondamentale: la LICENZA. Da una parte c’è un copyright. Dall’altra un copyleft, la creative commons.

    Se da una parte viene tutelata l’opera e ti viene detto “guai a te se provi a copiarla, condividerla, spacciarla per tua, e se ne fruisci devo avertela data io” dall’altra ti viene detto “fanne quello che ti pare, pubblicala dove vuoi, quanto e quando vuoi, l’importante è che mi citi come fonte”.

    In queste due visioni c’è tutta la differenza del mondo.

    C’è una grande differenza.

  4. Caro /V… io non sparerei tutte ste sentenze, sian qui x dialogare, io mi pongo delle domande, e magari sbaglio a pormele. Non so. Credo di no, perché alla fine il mio dubbio più grosso è che l’opera, l’idea, la citazione stessa siano, nell’era digitale, difficili da attribuire e definire. La proprietà è molto vicina al diritto d’autore. Stiamo parlando di beni intellettuali, e la diatriba porta su fronti complessi.
    Ma il mio dubbio è che non esista neanche più l’autore.

    Copyrights e Creative Commons sono limitazioni fragilissime. I primi ormai inutili (nell’ambito del digitale), i secondi, molto filosofici…

  5. Caro /V… io non sparerei tutte ste sentenze, sian qui x dialogare, io mi pongo delle domande, e magari sbaglio a pormele.

    Guarda non era mia intenzione sputare sentenze, e’ che davvero mi sono infervorato parecchio nel leggere il tuo post che piu’ che porre domande mi pare confonda molto le acque tirando in ballo problematiche che poco hanno a vedere con la faccenda sopracitata. Chiedo scusa per i toni, meno per i contenuti (che vorrei saper esprimere con parole migliori di quelle)

    Credo di no, perché alla fine il mio dubbio più grosso è che l’opera, l’idea, la citazione stessa siano, nell’era digitale, difficili da attribuire e definire

    Appunto per questo quando possibile sarebbe il caso di non comportarsi con superficialita’ e riportare la paternita’ di un’opera. Gia’ se guardi in giro esistono centinaia di opere, grafiche e non, che grazie al passa parola si diffondono fino a perdere il loro legame con l’autore. Almeno quando possibile vogliamo tenerlo questo legame?

    La proprietà è molto vicina al diritto d’autore. Stiamo parlando di beni intellettuali, e la diatriba porta su fronti complessi.

    Forse ho capito dov’e’ che il tuo ragionamento mi da tanto “fastidio” (concedimi l’espressione). Vorresti riportare l’episodio a una problematica sul diritto d’autore, sul quale riconosco ci sia da scervellarsi su mille fronti tutti interessantissimi circa il rapporto coni nuovi media.

    Ma qui secondo me e’ fuori luogo: il diritto d’autore, il diritto di sfruttamento economico di un’opera, puo’ esserci solo dopo che l’autore e’ riconosciuto ed e’ su questo che si discute qui.

    Se cominciamo a mischiare le due cose non se ne esce piu’, prova ne e’ che confondi la mancata attribuzione di paternita’ intellettuale con lo sfruttamento illegittimo dei diritti (=scaricarsi un divx senza pagare i diritti).
    Ribadisco, se io guardo un film piratato conosco couli a cui non sto dando i soldi. Potrebbe anche essere che ne riconosca il meriti come regista/produttore/attore e ne diventi un fan, ritornando cosi’ al punto incui diritto d’autore none’ rispettato ma proprieta’ intellettuale si.

    Vabeh, a sto punto mi sembra di scadere su esempi banali, pero’, mia o tua, sento confusione nell’aere…